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Terzultimo giorno di ritiro, per il Torino di Mihajlovic. Che questa mattina ha svolto un allenamento tra palestra e campo, con il coach tattico De Leo al comando delle operazioni. La squadra è stata divisa in due gruppi, che si sono alternati al lavoro sul campo. Qui, si è lavorato sia sulla fase di possesso che su quella di non possesso, per oliare sia l'impianto di gioco - con soluzioni proposte per liberare al tiro ora la punta, ora i terzini, ora gli esterni - sia la compattezza dei reparti, con le linee che si dovevano spostare in funzione del pallone.
Cambiano gli uomini, non cambia il modulo: a Bormio, come è ormai noto, si lavora sempre e solo sul 4-2-3-1, il modulo prescelto da Mihajlovic che - a meno di novità importanti in sede di mercato - sarà lo spartito tattico con cui il Torino inizierà il campionato. Due mediani, tre trequartisti - deputati a svolgere entrambe le fasi di gioco - e una punta. Che non è stata, nell'allenamento di stamattina, Andrea Belotti: il Gallo, come noto, sta smaltendo un problema muscolare di poco conto, e stamattina ha lavorato esclusivamente in palestra.
L'allenamento di oggi ha però fornito delle indicazioni particolarmente interessanti sul momento dei giocatori e sulla loro posizione al'interno della squadra. L'indicazione più interessante? Certamente il fatto che Benassi sia stato schierato esterno sinistro: certamente non il suo ruolo naturale. Davanti alla difesa sono stati alternati Baselli, Acquah, Obi, Lukic e Valdifiori, non il modenese. Può essere un segnale piuttosto chiaro del fatto che la sua permanenza al Torino non è affatto certa, sebbene sia considerato un patrimonio del Torino. Schierato fuori ruolo anche Danilo Avelar, nella posizione di centrale sinistro: un po' perchè Bonifazi è acciaccato e non ha preso parte al lavoro sul campo, un po' perchè evidentemente le alternative come terzino sinistro sono attualmente Barreca e Molinaro, nelle gerarchie di Mihajlovic. Infine, i giovani: provato e riprovato Rossetti a metacampo, Parigini esterno sinistro alto (con i "titolari", sintomo del fatto che, come già raccontato, il classe 1996 sta scalando delle posizioni nelle gerarchie di Mihajlovic), Aramu e Gustafson provati come vice-Ljajic, Edera alto a destra, lui mancino naturale (con Berenguer anch'egli impegnato in lavoro personalizzato). Tattica ma anche indicazioni chiare sulle gerarchie: Mihajlovic, pur attendendo notizie dal fronte mercato, sta formandosi un'opinione sempre più precisa sugli uomini a disposizione.
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