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Il tema

Torino, un’altra prova: il 3-5-2 produce occasioni ed esalta i singoli

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Il confronto tra il tandem Juric-Paro e il tecnico neroverde Dionisi: bene i granata autori di 21 tiri (dato in controtendenza rispetto a inizio torneo)

Ventuno tiri prodotti dal Torino nella partita di ieri sera, lunedì 6 novembre, contro il Sassuolo. Questo dato, unito naturalmente al più importante di tutti, il risultato di 2 a 1 in favore dei granata, va rimarcato perché ha come oggetto una squadra che nei primi due mesi e mezzo stagionali ha terribilmente faticato a produrre occasioni da gol. Il trend è cambiato nelle ultime uscite e soprattutto nelle ultime due partite, una persa con il Frosinone in Coppa Italia, l'altra vinta con il Sassuolo in campionato. Il 3-5-2, come sempre sostenuto su queste colonne, funziona e lo dimostrano diversi aspetti della partita di ieri. Ad esempio, il gol del momentaneo 1 a 0 di Sanabria è stato figlio dell'ingombrante presenza in area di rigore di due centravanti, uno che attacca il primo palo (Sanabria), l'altro che va sul secondo (Zapata). E anche uno come Bellanova ne sta giovando tantissimo dal cambio di modulo. Il suo è sempre un lavoro a tutta fascia ma la copertura con la presenza di una mezz'ala di destra lo sta aiutando, e non poco. Finalmente, inoltre, è tornato a vedersi un Vlasic sopra le righe e anche in questo caso il nuovo ruolo un po' più arretrato nel 3-5-2 lo ha reso più funzionale: contro il Sassuolo ha potuto guardare quasi sempre di fronte a sé senza ricevere quasi mai la sfera spalle alla porta.

Gli infortuni di Ricci e Rodriguez: Juric ha avuto un solo slot per tutta la ripresa

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Il 3-5-2 ha portato in dote dapprima le occasioni da gol, che erano rimaste nel dimenticatoio per troppe partite, e adesso sta portando anche i risultati. Contro il Sassuolo è maturata la seconda vittoria di fila in campionato, il che mancava da inizio settembre (Genoa e Salernitana). Tra l'altro, il Torino ieri sera ha dovuto vedersela con tre situazioni di certo non favorevoli: gli infortuni di Ricci e Rodriguez, i due slot bruciati nel primo tempo e un gol incassato in modo evitabile che avrebbe potuto comportare guai ben peggiori dal punto di vista psicologico a una formazione in fase di convalescenza e alla ricerca di una nuova identità. L'uscita prematura di Ricci ha messo in evidenza Vlasic, che per 80 minuti abbondanti nel cuore del centrocampo ha dato un grande contributo, mentre l'uscita di Rodriguez ha dato l'opportunità a Zima di accumulare altri minuti nelle gambe dopo quelli di Coppa Italia. Ivan Juric, squalificato e sostituito in panchina da Matteo Paro, ha dovuto fare i conti con cambi centellinati e posticipati nel corso della ripresa. Ha inserito soltanto al 38' del secondo tempo Radonjic e Lazaro, prima non ha potuto intervenire avendo soltanto ancora uno slot a disposizione. Non che Alessio Dionisi abbia provato a sovvertire l'andamento del match con i cambi. Per tanti minuti la partita è stata in perfetto equilibrio e anche il Sassuolo non ha effettuato sostituzioni. Soltanto al 34' della ripresa, dopo essere tornato in svantaggio, il tecnico neroverde ha optato per Defrel e Volpato. Tra l'altro, non è stata la prima volta in due anni che Juric ha nettamente soppiantato il collega Dionisi. Già in altre occasioni, anche con risultati meno positivi, il croato era stato in grado di mettere in crisi il neroverde.

L'aggressione alta: Tameze l'ha favorita e il Torino l'ha riproposta

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Insomma, la gestione della partita per il tandem Juric-Paro è stato più complicato del solito e va dato atto al tecnico croato di essere stato capace di sopperire alle sfortune. Matteo Paro al triplice fischio ha sottolineato un aspetto importante della contesa dell'Olimpico-Grande Torino. "Temevamo la qualità del Sassuolo ma abbiamo recuperato tanti palloni e ci siamo chiusi solo in un momento, ci può stare con squadre tecniche come il Sassuolo" ha detto il vice di Juric (LEGGI QUI). In effetti, è tornato a vedersi anche un Torino in grado di aggredire alto l'avversario grazie a centrocampisti portati per questo tipo di azione (vedi Tameze). Il Sassuolo, dal canto proprio, non ha quasi mai contenuto e non ha quasi mai fatto muro favorendo in qualche modo il gioco offensivo granata. Il Torino ha già dimostrato in altri frangenti di soffrire di più squadre da attitudini differenti rispetto a quella emiliana. Però, i passi avanti evidenziati nel monday night lasciano ben sperare per il prosieguo del nuovo 3-5-2 granata.


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