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Torino, Vagnati: “Brekalo non vuole restare: noi delusi, qui solo chi ci crede”
Il direttore tecnico del Torino, Davide Vagnati, ha rilasciato un'intervista a Torino Channel in cui ha parlato della questione più calda dell'attualità granata, quella legata al mancato riscatto di Josip Brekalo.Ecco le sue parole.
Quella di oggi è una delle date simbolo del Torino: e ci sarà la possibilità di unirsi insieme ai tifosi al Filadelfia.
“Avremmo voluto farlo più spesso ma le restrizioni Covid non ce lo hanno permesso. Durante l'allenamento a porte aperte del 4 maggio abbiamo visto che quando ci sono i tifosi c’è un’atmosfera completamente diversa, col pubblico che dà un grande impulso ai ragazzi. Ovviamente ci devono essere le condizioni per aprire le porte, compatibilmente con le esigenze dello staff. Tra l’altro oggi è una data importante, il 16 maggio, l’ultimo scudetto vinto dal Toro. Ed è molto bello aprire ai nostri tifosi in una data così”.
Siete già al lavoro per pianificare il futuro. A mezzanotte è scaduto il termine per riscattare Brekalo…
“Manca una partita. Ma possiamo dire che è stato un anno diverso dagli ultimi due. Abbiamo dato un segnale importante e abbiamo fatto vedere quale deve essere la via. La nostra storia non era rispecchiata dai due anni precedenti. Guardiamo con ottimismo al futuro, stiamo lavorando. Brekalo? Abbiamo dovuto declinare la nostra opzione sull’acquisto definitivo del calciatore”.
Non è un mistero che foste pronti ad investire per lui. Ma lo scenario è cambiato. Cosa è successo?
“Ho avuto più di un meeting col suo nuovo agente e col padre. Da qualche mese ha comunicato, non solo a me ma allo staff tecnico, che il suo desiderio era quello di non continuare con noi. Abbiamo rammarico perché Josip ha fatto bene, soprattutto ad inizio anno. Sabato ha fatto di nuovo un’altra giocata decisiva. Siamo rimasti un po’ delusi perché avevamo tutta la voglia di investire sul suo trasferimento. Si parla di una cifra importante soprattutto dopo le ultime vicissitudini legate al Covid, che ha causato grandi perdite. Il presidente era pronto, ma dopo la partita col Verona abbiamo di nuovo parlato col ragazzo per capire fino all’ultimo se c’era la possibilità di continuare con lui. Non c’erano i presupposti a causa della sua idea, decisa e rispettabile. Ma noi vogliamo solo ragazzi che abbiano voglia di sudare per questi colori, perché poi nei momenti di difficoltà chi non ci crede dà qualcosa in meno. Quindi dobbiamo continuare su questa via”.
Lei è nato sempre a maggio ma nel 1978, due anni dopo lo scudetto del Toro. Ancora oggi i protagonisti di quell’impresa hanno sempre voglia di stare insieme…
“E’ evidente che era una grande squadra, con sette giocatori in Nazionale. Noi quest’anno abbiamo avuto una dozzina di giocatori in giro per il mondo con le proprie nazionali. Posso dire che quello che hai detto su quei giocatori è un po’ il succo di quello che è il mio lavoro. Giusto essere in un posto dove tu vuoi stare ed essere consapevole di dare una mano a costruire un percorso che senti dentro. Quest’anno grazie al grande lavoro del mister e dello staff si è creato un bell’ambiente e si vede in campo quanto lottano i ragazzi, in ogni singolo pallone. E’ stato bravo lo staff a creare un gruppo importante, di ragazzi che hanno voglia, ci mettono grande impegno e professionalità”.
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