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Torino, Vlasic in crisi di identità. E Vanoli: “Da lui pretendo la perfezione”

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Vlasic non è ancora tornato ad essere il giocatore che tutti ricordano, ma adesso la squadra ha bisogno di lui
Davide Bonsignore

Il Torino non vince, e Nikola Vlasic non convince. Ad inizio stagione era infortunato, e comunque si parlava tanto di lui. Vanoli ripeteva spesso che quando sarebbe tornato sarebbe stato come un altro acquisto, un valore aggiunto per la squadra. Adesso l'infortunio è passato, Vlasic sta bene, ma ancora le prestazioni non sono tornate ad essere di livello, e di fatto sì sta verificando quello che era lecito aspettarsi: in un modulo senza trequartista, il croato sta facendo fatica a trovare una sua sistemazione.

Vlasic, centrocampo o attacco?

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Con Juric, Vlasic era abituato a giocare nel suo ruolo preferito, il trequartista, in un modulo che di posizioni come quella ne aveva ben due. Come detto, era prevedibile che ritrovandosi dopo un lungo infortunio a dover giocare con uno schema che il suo ruolo non lo concerne, il croato si sarebbe trovato un po' in difficoltà. E così sta accadendo, con Vanoli che riconosce le sue qualità e cerca di farlo giocare, ma in ogni posizione in cui viene schierato, Vlasic non riesce a convincere. Finora infatti l'ex tecnico del Venezia lo ha fatto giocare come mezzala, come seconda punta e come esterno alto d'attacco. Sia con il 3-5-2 dei primi due casi, che con il 3-4-3 dell'ultimo, però, Vlasic non ha fornito prestazioni adeguate al suo livello e a quello che ci si aspettava, risultando, anzi, a volte anche dannoso per la squadra, come nel caso del gol di Djuric nella sfida contro il Monza.

Vlasic, la squadra ha bisogno di te

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Ora però, che sono 8 sconfitte in 10 partite, con soli 4 punti conquistati, è evidente che il Torino abbia bisogno dell'aiuto di tutti, soprattutto di Vlasic. Come detto anche da Vanoli, infatti, il Toro deve "fare meglio negli ultimi 30 metri". E proprio in questo aspetto il croato potrebbe essere fondamentale, avendo già dimostrato di avere grandi qualità palla al piede e di saper giocare anche di fantasia, trovando quel guizzo che può risolvere la partita. Ora però, tolti il gol e l'assist che il croato ha fatto appena tornato, sono sette partite che non partecipa a un gol, e se il Torino ha segnato poco qualche responsabilità è inevitabilmente anche sua. Le possibilità ci sono, come dimostrato anche dalle molte posizioni in cui Vlasic è stato schierato, ora però sta a lui "lavorare per tornare ad essere il Vlasic che conosciamo", anche perché il suo allenatore da lui "pretende la perfezione".

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