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gazzanet
"Molte sono state le valutazioni e le opinioni esternate al termine della partita tra Torino ed Hellas Verona di due giorni fa: un pareggio per 2-2 che ha lasciato l'amaro in bocca ai tifosi granata che, dopo un doppio vantaggio, speravano in una tranquilla vittoria casalinga per riprendere il cammino europeo dopo la brutta esperienza del derby. Tuttavia, ancora una volta, sono i numeri ad essere i più oggettivi, mettendo in luce una realtà evidente, per quanto scomoda. Il Verona di Pecchia, infatti, non ha affatto demeritato il punto strappato sul campo, risultando decisamente concreto su un campo complesso come quello granata, in particolare per una neopromossa.
"Se il primo tempo è stato quasi esclusivamente a marca granata, il Verona è emerso nella seconda frazione di gioco, acquistando fiducia minuto dopo minuto, incoraggiato soprattutto dopo l'uscita dal campo di Belotti (infortunio al ginocchio per lui, QUI i dettagli). Non è un caso, infatti, che la squadra di Pecchia abbia effettuato ben 17 tiri, contro gli 11 del Torino: in quanto a precisione, sono ancora gli scaligeri a fare meglio, con 9 conclusioni verso la porta, contro le 7 del Toro di Sinisa Mihajlovic. Da questi primi dati si può evincere il fatto che il Verona abbia giocato una partita buona, creando difficoltà ai granata. In più, sono 12 le occasioni create dagli scaligeri, contro le 10 del Torino.
"La squadra del tecnico serbo Mihajlovic è riuscita a superare la squadra avversaria in quanto a possesso palla, elemento che si è fermato al 56% in favore dei granata, ma non solo: anche i palloni persi e quelli recuperati sono a vantaggio del Toro, ma è chiaro che quest'ultimi siano dati di contorno rispetto a quelli citati in precedenza.
"Per comprendere quanto il Verona abbia giocato il secondo tempo a viso aperto, basta consultare la mappa grafica del baricentro medio delle due squadre: se nel primo tempo la squadra di Pecchia è rimasta schiacciata nella propria metà campo subendo due gol, nella seconda frazione ha spostato il baricentro di molto, rendendosi così più volte pericoloso nell'area avversaria.
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