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Nikola Vlasic è tornato in campo dopo il lungo infortunio che lo ha tenuto fuori dai giochi da giugno (come ricaduta della lesione muscolare riportata a maggio). Del suo rientro ne giova soprattutto Paolo Vanoli, che può considerare il croato come un "nuovo acquisto". Per l'ex allenatore del Venezia, noto per amare i cambiamenti, sia di modulo che di tattiche, Vlasic è una pedina doppiamente fondamentale, essendo un giocatore molto duttile, in grado di giocare come mezzala, trequartista, ala e all'occorrenza anche attaccante. L'ex West Ham unisce, inoltre, grandi doti offensive a ottime capacità difensive: non è insolito vedere il croato fare eccezionali recuperi difensivi. Per questi motivi Vlasic è il giocatore perfetto per legare centrocampo e attacco.
L'ultima partita in granata il 3 maggio contro il Bologna, nel cui primo tempo è arrivata la lesione del tendine dell'adduttore, poi la ripresa lampo per l'europeo e il termine prematuro del ritiro con la nazionale. Gran parte del merito per l'ottimo rientro del croato va a Mister Paolo Vanoli, che, per evitare lo stesso errore della primavera scorsa, ha preferito privarsi più a lungo di Vlasic piuttosto che rischiare un'altra ricaduta, e il futuro gli mostrerà se avrà avuto ragione. In ogni caso, Nikola Vlasic è tornato e i numeri parlano di un grande rientro: 4 partite a voto, 200 minuti giocati e già 1 gol e 2 assist per lui. Come voluto dal suo allenatore, dopo quasi 5 mesi dall'ultima gara in granata, il rientro è stato graduale: subentrato nelle prime due gare, contro Lazio e Inter, nelle ultime due giornate si è già guadagnato una maglia da titolare, giocando quasi l'intero match contro Cagliari e Como. È chiaro che, per quanto i numeri realizzativi siano di alto livello, Vlasic debba ancora tornare quello di una volta: non ha ancora recuperato la consistenza che aveva prima dell'infortunio e a volte pecca di precisione.
Certo è, però, che le caratteristiche sono rimaste le stesse: grandi doti offensive, tocco elegante e tanta grinta per recuperare palloni. Nonostante sia solito cambiare in corso, finora sembra che Vanoli abbia deciso di impiegare Vlasic come mezzala di destra, al fianco di Ricci e Linetty. In questa posizione il croato ha la possibilità di legare centrocampo e attacco, e non è un caso se oltre il 70% dei passaggi che ha effettuato (e gli sono riusciti) fino a questo momento siano stati in avanti. Certamente, però, più centrocampista box-to-box che trequartista: nelle tattiche di Vanoli, per quanto si è visto in questi 200 minuti in cui il croato è stato in campo, Vlasic è molto al centro del gioco, ha un ruolo fondamentale nella costruzione delle azioni, mentre è meno partecipe nella fase realizzativa. Per lui, infatti, nelle scorse quattro giornate sono arrivati soltanto 5 tiri (tra cui il rigore realizzato), che non è una media eccessivamente bassa per una mezzala, ma molto al di sotto di quanto ci si potesse aspettare da un giocatore che nei due anni precedenti è stato impiegato molto più vicino alla porta avversaria. Il suo ruolo di centrocampista completo è confermato dal gran numero di recuperi che ha realizzato il croato: già 3 nella prima da titolare, contro il Cagliari, e ben 5 nell'ultima uscita casalinga contro il Como, più di Ricci e al pari di Linetty. Non è scontato che Vanoli continui a utilizzarlo in questo modo, ed è certamente vero che non è ancora tornato ad essere l'uomo di fantasia che era prima dell'infortunio, ma l'impressione è che Vlasic non si stia trovando male in questo nuovo ruolo, consapevole del fatto che trovarsi al centro del gioco è tra le sue doti migliori.
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