di Gino Strippoli - Il Toro ritorna scatenato, dopo la pausa pescarese. Appunto solo una pausa, con delusione che i granata di Ventura hanno saputo ribaltare in gioia sfrenata dopo sole 72 ore. Son bastati soli tre giorni e il Toro è tornato arrembante, furore rosso. Torino che non ha lasciato respiro dal primo minuto di gioco al novantatreesimo quando il direttore di gara ha fischiato la fine dell’incontro. Poi si è scatenata la festa anticipata, di una serie A che tutti vedono già presa. L’erba verde del rettangolo di gioco si è immediatamente trasformata in colore granata con i tifosi, tutti, bambini, ragazzi/e adulti a invadere con compostezza e pacificamente il campo di gioco, e le maglie granata e le bandiere hanno dato spettacolo. Già, perché la giornata di ieri ha sentenziato, come ha sottolineato lo sportivo allenatore Pea (ce ne fossero di allenatori così sarebbe un bene per il calcio), che il Torino è nettamente più forte del Sassuolo: “Non ho mai incontrato e mai visto - ha detto l’allenatore dei neroverdi - un Toro così indiavolato. Il Torino di oggi avrebbe sconfitto chiunque. Per noi è stato già un premio affrontare il Torino a tre giornate dal termine con questa classifica, quindi onore al Toro e al suo Mister Ventura”.
toro
Toro: 10 con lode
Contro il Sassuolo il Torino ha messo a tacere ogni possibile diceria uscita dopo Pescara e la squadra granata l’ha fatto con il piglio giusto, togliendo il respiro all’avversario, pressando alto, grazie anche ad un modulo che ha portato Vives a giocare tra le linee e a tutto campo, diventando alla fine incontrollabile per gli avversari. Il napoletano non ha mai dato punti di riferimento ma lo è diventato per i propri compagni che lo hanno sempre cercato. Un vero faro, insieme a Iori, che ha illuminato il gioco granata, andando a cercare i fraseggi più difficili, pressando su ogni portatore di palla, andando al tiro (peccato per quel palo al 23’), lanciando e pennellando assist. Sicuramente il migliore in campo. Ma è stato tutto il Toro a giocare bene e a fare ciò che tutti si aspettavano la partita importante, quella che devi solo vincere giocando anche bene. E giochi bene se il tuo condottiero è riuscito a darti le motivazioni giuste e a liberarti la mente dalla sconfitta precedente è il condottiero Ventura lo ha fatto! Il gioco è stato brillante e i giocatori hanno maramaldeggiato il povero Sassuolo che mai è riuscito a impensierirlo seriamente nemmeno su rigore. Quel tiro dagli undici metri tirato da Sansone aspirato in alto come un aspirapolvere dai fiati (fischi) della Maratona e di tutto lo stadio. All’attaccante sassuolese saranno tremate le gambe, ma d'altronde avere oltre 23 mila tifosi granata che ti fischiano contro non deve essere il massimo per una concentrazione di rigore. Poi c’è anche il numero uno granata, pardon il nostro 99 Benussi che prima del rigore è andato li davanti al Sansone disturbandolo e in qualche modo togliendogli quell’energia capelluta come vuole la mitologia! Il Sassuolo si è reso spesso pericoloso solo sui calci d’angolo ben battuti con gittata a rientrare ma dove il portiere granata e riuscito a districarsi sempre bene nelle uscite alte, sia in presa che nelle respinte: una saracinesca!
Il Toro ha dominato anche la sfortuna visto che già nel riscaldamento Ventura a pochi minuti dall’inizio della partita ha dovuto ribaltare la formazione “grazie” all’infortunio di Di Cesare, l’entrata di D’Ambrosio e lo spostamento a centrale difensivo di Darmian. E adesso? Nulla di che, Darmian si è esibito e si è fatto conoscere anche come centrale e che centrale! Perfetto nei movimenti e negli anticipi, senza sbavature insomma un centrale acquisito per le emergenze. Cambiano gli uomini ma il reparto difensivo rimane sempre una garanzia per il Torino e con un Ogbonna Europeo così! Poi successivamente, al 23’, ecco l’infortunio di capitan Bianchi e l’entrata di Antenucci. Ma in questo Toro son tutti protagonisti e soprattutto determinati, anche quelli che entrano dalla panchina , l’esempio pratico è stato proprio colui che ha sbloccato la partita, D’Ambrosio, che si è reso protagonista di una partita accorta in fase difensiva e propositiva in fase di attacco duettando in percussioni sulla fascia con l’ indiavolato Surraco (miglior partita la sua da quando è al Toro). L’uruguagio è stata una vera spina nel fianco del Sassuolo. Bianchi è stato sfortunato ma comunque per quei venti minuti giocati è andato ben tre volte al tiro, ha fatto vedere di stare bene e di essere in partita insieme al suo compagno di reparto Meggiorini,duellando sempre su tutto il fronte d’attacco.
Il “Meggio” ha sfornato ancora una volta una partita fatta di grinta, tenacia, corsa, assist e gol ovvero tutto ciò che si può chiedere ad un attaccante moderno. Ma ciò che impressiona di Meggiorini è la verve che ci mette quando va a contrastare gli avversari, senza paura e con una rudezza agonistica pari a quella di un vero marcatore d’area. Poi però ci mette anche la spada andando a prendersi l’assist di Vives per gonfiare la rete con un tiro al volo da vero bomber. Già, sono arrivato a descrivere il terzo gol! Allora a ritroso andiam granata a cercare il Parisi d’annata, quello che ha sempre il colpo in canna e che punisce su punizione al 51’ chi lo fa inalberare per il mancato rispetto della distanza della barriera.
Così il nostro ‘stanga’ una superpunizione che il bravo Pomini riesce a respingere come può, la palla arriva a Meggiorini che come un falco è lesto a regalarla a Basha per il raddoppio granata. Infine quel Vives che al 30’ dalla bandierina pennella un bel cross sul palo più lontano per l’inserimento di D’Ambrosio che di testa incorna in gol. Dopo una partita così intensa di emozioni e giocata a gran ritmo e bene e con una coreografia di tutto lo stadio vestito in granata e ricco sempre più di striscioni e bandiere ogni traguardo è possibile. Quando torna l’entusiasmo dei tifosi il contagio granata diventa imperioso e si attacca a tutti e a tutto. Giocatori e tifosi hanno avuto lo spirito vincente contro il Sassuolo ovvero lo spirito Toro, unico nel suo genere: squadra e pubblico sono un tutt’uno che non si deve abbandonare mai ma sempre più rafforzare perché le partite si vincono sempre insieme. E se per uno scudetto sono scesi in piazza in 400 mila (ma dove? Al massimo erano in centomila) i tifosi del Toro sicuramente scenderanno da tutt’Italia a coprire di granata in 500 mila tifosi veri la città per festeggiare il ritorno in serie A. Una città che ha il nome di una sola squadra, non dimentichiamolo mai: Il Torino!
© RIPRODUZIONE RISERVATA