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Toro, a Firenze rispolvera un po’ di orgoglio

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
L'editoriale di Gino Strippoli / Trasferta difficile per i granata, ma la Fiorentina non sta bene. Perché non provare Belotti-Maxi Lopez?

La nuova trasferta del Torino in quel di Firenze, dopo la batosta romana, nell'immediatezza dei pensieri non porta di certo a positività, anzi tra i tifosi si mugugna "...sicuramente prenderemo almeno due gol...". In effetti è comprensibile, guardando i risultati e l'andamento della squadra di Mihajlovic lontana dallo Stadio Olimpico Grande Torino.

C'è però un piccolo spiraglio che il Toro deve sfruttare e nel quale deve entrare, ovvero quello di una Fiorentina reduce da una sconfitta da parte del Borussia Mönchengladbach in Coppa che ha lasciato strascichi velenosi tra i tifosi viola e contestazione alla società. Bisognerà vedere quanto peserà dal punto di vista psicologico la batosta inaspettata contro i panzer germanici.

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La Fiorentina è  in una situazione analoga al Toro, ovvero in un campionato senza più aspettative, con le rincorsa al posto ex-UEFA praticamente finita nel nulla. Chi tra le due squadre sta davvero meglio? Per certi aspetti a livello di gioco sicuramente gli uomini di Sousa: d'altronde, se è vero che arriva da una grande delusione, è altrettanto vero che giovedì scorso aveva iniziato bene la partita, infilando per ben due volte la porta dei tedeschi e sfiorando il terzo gol più volte con Kalinic e Ilicic. Cosa sia successo ai viola per capitolare cosi di botto davvero non si sa - o meglio lo saprà sicuramente l’allenatore.

Il Toro invece sembra ormai viaggiare su mari tranquilli ma senza bussola, disorientato, con un allenatore che sembra aver perso l'entusiasmo dei primi giorni, deluso dalle aspettative che forse si era creato dopo i primi risultati ma anche dal mancato rafforzamento a gennaio di un organico che balbetta sempre più, soprattutto nel reparto arretrato.

È probabile che i granata affronteranno questa sera la Viola ancora con De Silvestri centrale di difesa. L’ex sampdoriano, deludente fin'ora, anche per colpa di un infortunio che non lo ha mai messo nelle condizioni di forma ideale, dovrà giocare per necessità e gioco forza in un ruolo a lui davvero poco congeniale, sebbene contro la Roma, dopo un iniziale sbandamento e una posizione che non riusciva a trovare, si è battuto bene nel limite delle sue possibilità.

Al suo fianco Moretti, l'inossidabile di questa squadra, vero simbolo, insieme a Belotti, della grinta granata. Il ritorno di Valdifiori è una nota positiva ma sicuramente sarebbe meglio a questo punto puntare ancora su Lukic. Il giovane serbo deve continuare a crescere e per farlo deve giocare con continuità: più gioca, più prenderà e darà sicurezza al centrocampo. Le sue prestazioni nelle ultime due partite sono state ottime, a Roma dimostrato di saper orchestrare  bene la squadra come un veterano; inoltre sembra assicurare più copertura di Valdifiori soprattutto per la facilità nel saper rincorrere e recuperare velocemente gli avversari quando i compagni perdono palla, com'è successo con Ljajic la settimana scorsa. Inoltre, verticalizza bene e si fa vedere dai compagni, chiede palla e imposta a testa alta.  Questo deve essere il titolare da qui fino alla fine del campionato. Solo così lo si può preparare e valutare in funzione della prossima stagione.

Al sui fianco potrebbe schierarsi a destra Acquah e a sinistra Benassi, posizione che ha sempre ricoperto in Nazionale Under 21. Forse così si potrebbe trovare un maggior equilibrio per affrontare il centrocampo viola, stabilizzato su Borja Valero.

Vedremo se Mihajilovic cambierà qualcosa anche in avanti dopo l’ennesima prova deludente di Ljajic, che per adesso appare intoccabile (forse i 9 milioni spesi pesano tanto per lasciarlo in panchina e svalutarlo ancor di più di adesso). Ma un'ipotesi di vedere l'accoppiata Belotti-Maxi Lopez insieme  con il solo Falque, oppure Iturbe, o lo stesso Ljajic nel ruolo di mezzapunta non sarebbe di certo un'eresia.