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CONTROCORRENTE

Toro, a La Spezia tre passi indietro

Gino Strippoli

Torna l'appuntamento con Controcorrente di Gino Strippoli : "Granata senza mordente e puniti con merito"

Dopo la spumeggiante  e convincente vittoria contro la Sampdoria tutti si sarebbero aspettati un Toro gagliardo, che andasse a La Spezia per affrontare la squadra e batterla, vendicando anche il famoso 4 a 1 della scorsa stagione. Ed invece accade tutto ciò che non ti aspetti dalla squadra di Juric, anzi da una compagine lontana parente di quelle allenate dal croato.

Sin dai primi minuti si è subito visto come lo Spezia avesse grande volontà di fare la partita e tanta corsa. L’approccio dei ragazzi di Thiago Motta è stato subito positivo senza paura reverenziale di un Toro che qualitativamente è più forte, ma non sempre la qualità si sposa con la prestazione. Difatti già al 10’ i liguri si facevano vedere pericolosamente con Verde che sfiorava il gol con un tiro a giro che andava fuori di poco e con Bremer che iniziava a penare contro Nzola, che lo anticipava regalando l’assist al suo compagno. Una sofferenza quella del centrale granata che si vedrà per tutta la partita. Davvero un brutto cliente l'attaccante dello Spezia.

I granata praticamente per 90 minuti non hanno mai giocato, come se pensassero ad altro o non fossero mai scesi in campo con la mentalità giusta. Davvero un brutto Toro, dove gli unici a fare un po' di movimento erano Aina e Singo. A centrocampo mai un minimo di pressione sugli avversari, anzi a ben ricordare sia Lukic che Rincon erano costretti a ricevere palla dai propri compagni abbassandosi dietro la linea di centrocampo.

Potrebbero esserci anche delle scusanti per questa sconfitta come la condizione in cui è sceso Praet, incerto di giocare fino all’ultimo, o la mancanza di un giocatore dinamico come Pobega che il Toro in panchina non ha nemmeno lontanamente. Ma di fronte questo Toro aveva comunque una squadra discreta con la peggior difesa del campionato, eppure l’unico pericolo corso dallo Spezia è arrivato su errore di Provedel che in presa alta finiva con il perdere la sfera in piena area con Singo lesto a inserirsi ma che sbilanciato calciava alto. Poi più nulla fino all’unico vero tiro verso la  porta del Toro con Sanabria ma solo al 63’. Quindi il nulla in fase di attacco, migliorato certamente con l’entrata del paraguaiano, più bravo di Belotti a trovare posizione negli spazi stretti.

Appare chiaro che nel gioco di Juric le caratteristiche e la potenza di fuoco del numero 9 granata viaggino a marce ridotte rispetto al passato, questo nonostante l’impegno che mette in campo il capitano granata. A ciò si deve aggiungere che a Belotti è venuto più di una volta a mancare il sostegno di Linetty e Praet.

Lo Spezia ha meritato senza dubbio la vittoria perché al di là del bellissimo gol di Sala, con un tiro da lontano in cui forse Savic è apparso in ritardo e mal posizionato, i liguri hanno giocato per vincere mettendo più volte 4-5 giocatori nell’area granata. Poi i tiri in porta o verso la porta. Già citato Verde, al 31' Gyasi sfiora il palo, al 49’ Nzola con un tiro alto, al 50’ sempre Nzola al tiro in porta trovando un Savic pronto a respingere, al 52’ salvataggio in extremis di Djidji su Sala in area, poi il gol al 58’. Insomma, chi ha avuto più voglia ha vinto.

Sono sicuramente tre passi indietro rispetto alla vittoria contro la Sampdoria e vengono in mente le dichiarazioni di Juric nel prepartita quando accennava ai cali di tensione che sono poi avvenuti. Anzi, diciamo realmente che il Toro non è sceso in campo e qui l’allenatore granata dovrà capire i veri perché.