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Toro, a Marassi per far vedere chi sei veramente

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L’Editoriale di Gino Strippoli / I granata alla ricerca dell’identità contro la Sampdoria
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Correva l’anno 1972 è il Toro di Giagnoni, di Ferrini & C. era in piena lotta scudetto quando scese in campo a Marassi contro la Sampdoria, era il 13 marzo. Il Torino era persino gemellato con i doriani, a quei tempi, tant’è che la gradinata blucerchiata ospitò anche i vessilli e gli striscioni granata. Poi l’incredibile dell’inverosimile tutto si tramuto in un ‘odio’ tra le due tifoserie per ciò che successe in campo con Agroppi che di testa anticipò il numero uno Battana, la palla che supera la linea di porta e Lippi, allora difensore doriano, che la ricaccia fuori. L’arbitro Barbaresco, prima annulla, poi convalida e poi riannulla nuovamente il gol regolare che toglierà ai granata un punto d’oro. Il Toro infatti, quell'anno si classificherà secondo ad un solo punto dalla Juventus. In realtà ai granata gli fu anche annullato un gol regolare di Toschi contro il Milan e con quei due punti avrebbe vinto lo scudetto.

 

Altri tempi, già! L’oggi riserva a questa sfida tutt’altro sapore, con un Toro che non ha ancora trovato la sua giusta identità, con un nuovo allenatore, Mazzarri, che sta facendo quello che può in poco tempo con una rosa di giocatori che non ha scelto di certo lui; con l’obiettivo europeo fissato a inizio stagione con un altro mister, Mihajlovic, che giornata dopo giornata sta sfumando.  Perdere la porta per l’Europa significherebbe vivere una stagione fallimentare. A ciò può esserci un solo rimedio, vincere contro la squadra di Giampaolo. Una compagine forte che da tempo siede sul 6° posto in classifica e che ha avuto tutto sommato poche battute d’arresto nell’arco della stagione. I tifosi granata si aspettavano sicuramente qualche cosa dal calciomercato invernale ma ciò non è avvenuto ed è inutile piangersi addosso. Meglio pensare a scuotere la squadra con un gran tifo e guidarli verso la vittoria. Già ma questo i fans granata lo hanno sempre fatto e può non bastare se la squadra non ha ancora trovato identità e soprattutto il carattere vincente. Spesso i giocatori si fanno prendere, durante la partita, dalla paura di vincere proprio quando sono in vantaggio. Ed è successo più volte quest’anno.

Mazzarri ha davvero un grande lavoro da fare, ma l’incontro con la Sampdoria può dare la giusta dimensione di questo Toro. Se arriverà una vittoria per i granata potrebbero riaprirsi scenari interessanti ma, in caso di sconfitta, allora la stagione andrà per direttive sicuramente mediocri. Ciò che può succedere oggi dipenderà molto anche da come sarà schierato il Toro e da come i ragazzi seguiranno i dettami tecnici e tattici di Mazzarri. Ljajic e Belotti potrebbero ancora rimanere fuori, almeno dal primo minuto, per poi entrare a partita in corso. Se invece il ‘Gallo’ sarà della partita sin dal fischio d’inizio, allora lo schieramento potrebbe riservare delle sorprese. Infatti non è detto che a stare fuori sia lo spagnolo Berenguer che dà molto equilibrio a centrocampo soprattutto in fase di non possesso, sicuramente più di Niang. Ma potrebbe prospettarsi addirittura un'altra ipotesi: attacco a due con Belotti o Niang e Falque, con una vera mezzapunta  che potrebbe rispondere al nome di Baselli ed un centrocampo muscolare a tre con Obi, Rincon e Acquah. Certo, in panchina rimarrebbero come puro centrocampista il solo Valdifiori, ma a volte rischiare può portare a ottimi risultati.