Serviva un'impresa a questo Toro per uscire indenne dal San Paolo di Napoli e purtroppo l'impresa è riuscita solo a metà, in quei quarantacinque minuti dove i granata hanno trovato uno spettacolare gol - degno di un fuoriclasse - di Quagliarella, un portiere paratutto come Gillet, la fortuna dei legni e anche un buon giostrare a centrocampo. Poi il buio nella ripresa, mente annebbiata e sconfitta meritata. Già, perché il Toro la sconfitta in qualche modo è andato a cercarsela, contro un Napoli per nulla trascendentale ma che lo è diventato per l'atteggiamento remissivo e senza personalità con cui è entrato in campo il Torino nel secondo tempo.
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Toro, a Napoli una sconfitta meritata
Infatti, il baricentro del centrocampo granata si è improvvisamente trovato schiacciato sulla linea della propria area di rigore, con il Napoli che ha iniziato a imperversare a suo piacimento. Sono cosi arrivati i gol di Insigne, inspiegabilmente lasciato solo nel centro area a colpire di testa, e di Callejon, fortunato nell'esecuzione ma anche lui lasciato libero di tirare. Ad onor di cronaca, è giusto anche ricordare che comunque il Napoli nel primo tempo aveva più volte sfiorato il pareggio e solo il palo e alcune prodezze di Gillet avevano fatto chiudere i granata in vantaggio. Non serve molto piangere sul rigore non dato alla fine sul fallo di mano in area di Zuniga. Certamente era rigore e forse il Toro avrebbe raggiunto il pareggio, che forse avrebbe meritato per lo sforzo profuso negli ultimi 10 minuti della partita. Ma allora viene normale una riflessione vedendo il forcing finale granata: ma perché aspettare di passare in svantaggio per attaccare il Napoli, che se preso in velocità fa acqua da tutte le parti?
Ieri sera è stata per il Toro un'occasione persa per mettere fieno in cascina. C'è molto da rammaricarsi, perché gli azzurri visti nel primo tempo - in attacco arruffoni e capaci di sbagliare davanti al portiere gol davvero facili - erano battibili, serviva però certamente più grinta e forse nel finale Bruno Peres poteva far ancora comodo, sicuramente più di Darmian (ormai allo stremo) come la sostituzione di Vives con Gazzi è sembrata tardiva. Da un sogno di tre punti possibilissimi, si è passati allo zero. Quello che desta preoccupazione in questa partita non è tanto la sconfitta che poteva essere prevedibile, quanto la prestazione dei ragazzi nella seconda fase della partita, troppo molli a farsi schiacciare nella propria meta campo. Inoltre sembra evidente che senza Sanchez Mino questa squadra non ha luce. Ricordiamo che il bellissimo gol, sul filo del fuorigioco, di Quagliarella è nato da un lancio lungo di Maksimovic, poi un colpo di testa di Glik uscito fuori di poco ed infine il tiro di Gazzi quasi al termine dell'incontro respinto in angolo da Rafael. El Kaddouri ha disputato una buona partita ma al Toro manca un uomo che dia il via alle azioni granata e questo potrebbe rispondere alla figura dell'argentino ex Boca Juniors.
Peccato, perché per 45 minuti il Toro era piaciuto e sembrava che mister Ventura avesse letto bene il match: poi però ai granata è venuta a mancare la voglia di vincere, quell'aggressività capace di incutere paura agli avversari. Dispiace perdere in questo modo, e comunque a Quagliarella manca ancora una degna spalla capace di supportarlo nei movimenti e nei fraseggi stretti. Larrondo ha tanta volontà ma è stato impalpabile. Ventura gli ha dato un'altra occasione che ha nuovamente sciupato. Ben venga la pausa per leccarsi bene le ferite e soprattutto riflettere sugli errori commessi contro il Napoli, ma questo passo indietro di mentalità e personalità evidenti nella sconfitta di ieri dovrebbero iniziare a preoccupare tutto l'ambiente granata.
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