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Toro, a San Siro giocatela con la testa e ringhia più di Gattuso!

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L’Editoriale di Gino Strippoli / I rischi contro il Milan per i granata imbattuti in trasferta
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Certamente dopo la brutta prestazione contro il Sudtirol i granata entrano questa sera a San Siro, la Scala del calcio italiano, con il rischio di vanificare il bell’excursus fatto sin qui in trasferta. Toro imbattuto ma se dovesse scendere in campo con la testa scollegata come nella partita di Coppa Italia o non concretizzando le occasioni, davvero sprecate, contro il Genoa, allora questo piccolo primato di imbattibilità andrà a farsi benedire. Già, perché sin qui il Toro non è mai parso convincente e capace di finalizzare al meglio le sue azioni di gioco dando sempre l’impressione di avere un attacco incapace di pungere come dovrebbe fare una squadra che lotta per andare in Europa.

Diventa sempre più arduo capire le complessità che portano questa squadra a non funzionare come si deve. Si volevano le tre punte e mister Mazzarri le ha messe in campo contro il Genoa con il risultato che le azioni in attacco, solo nel secondo tempo e bene precisarlo, sono fioccate ma senza far gonfiare la rete avversaria. Questa sera contro i rossoneri di Gattuso difficilmente vedremo la squadra granata con Falque, Belotti e Zaza, tutti e tre dall’inizio. Lo aveva fatto capire l’allenatore granata durante la conferenza stampa dopo la partita contro il Genoa. Anche in questo caso tutti hanno visto come con il solo Belotti vera punta e Falque a darne sostegno, l’attacco del Toro diventa praticamente nullo. Sbrogliare questa matassa appare di difficile soluzione. Sembra quasi che più si cercano soluzioni alternative e più il tutto si ingarbugli sempre più.

Eppure il Toro ha giocatori di qualità dal punto di vista tecnico ma ciò può non bastare se non è conseguente ad una forza mentale che spesso ti permette di sopperire all’inferiorità tecnica di avversari più forti. Mazzarri ha ragione a lamentarsi quando parla di teste scollegate tra i giocatori. Il calcio è fatto di collettività che può funzionare solo se i giocatori in campo sono collegati tra essi sia come mentalità che come ragionamento nello stare in campo. Diventa inutile dire chi funziona e chi no, chi sta più deludendo e chi meno, anche perché alla fine è la squadra nel suo totale che non sta dando le prestazioni che tutti si aspettano. Inammissibile che contro il Sudtirol sia sceso in campo un Toro senza mordente che ha  rischiato anche la beffa se l’arbitro non avesse annullato un gol regolare ai bolzanini.

Insomma il gioco di questo Toro non decolla ma questa sera proprio queste ultime prestazioni poco convincenti devono essere da sprono per Belotti e compagni per cercare di arginare un Milan, che sta crescendo giornata dopo giornata, ma anche di cercare di pungere per trovare la via della vittoria che sicuramente darebbe più autoconvinzione ai ragazzi granata dei propri mezzi. Per farlo devono scrollarsi di dosso quelle paure che sembrano spesso attanagliare la squadra quando cerca di fare gioco. Si parte da zero a zero e i giocatori sono undici per parte, ecco il Toro non deve pensare di partire sconfitto o comunque di sentirsi inferiore contro i rossoneri, sebbene il borsino indichi chiaramente una vittoria milanista. I granata devono pensare a giocare con mentalità vincente e non con quella di adeguarsi a difendersi per acciuffare magari un pareggio. Il senso è che se cerchi il pareggio da San Siro ne uscirai con le ossa rotte, mentre avrai più possibilità di uscire imbattuto se partirai, al fischio d’inizio dell’arbitro, fronteggiando con grinta e coraggio l’avversario.