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Toro: battere il Pescara per superare la “crisi di mezza stagione”

Nicolò Muggianu

Approfondimento / Dopo la pausa natalizia i granata hanno subito un'evidente flessione di gioco e di risultati come già accaduto l'anno scorso durante l'era-Ventura. I numeri della crisi

Piove sempre sul bagnato. Il Torino dopo l'acquazzone di Empoli, che è parso metafora del momento cupo dei granata, affronterà domenica il Pescara nel bel mezzo della "crisi di mezza stagione" che ormai da un anno e mezzo caratterizza questa parte di campionato del Toro. Già Ventura aveva avuto questo problema lo scorso anno con un calo di concentrazione e condizione fisica che aveva portato a una crisi di risultati "ereditata", a quanto pare, anche dal neo-tecnico serbo. Quella a disposizione dei Mihajlovic sarà anche una delle migliori rose da 30 anni a questa parte, ma gli ultimi due mesi e mezzo sono stati i peggiori - ex aequo con l’anno scorso - dell’ultimo quinquennio. I numeri, in questo specifico spaccato di stagione, sono impietosi e vanno di pari passo con quelli delle squadre in zona retrocessione.

Sinisa Mihajlovic, che cerca ancora il primo successo del 2017, troverà nella prossima partita casalinga il Pescara in un match che potrebbe essere l'occasione giusta per ritrovare il sorriso in un inverno triste per i granata. Le ultime 9 partite hanno quasi azzerato l’exploit delle prime 14, in cui la squadra si era spinta fino a un inaspettato 4° posto. Dall'ultima vittoria contro il Genoa, infatti, sono arrivati solo dolori e tanta frustrazione per il club di Via Arcivescovado che ha fatto meglio, in questa fase, solo del grifone e proprio del Pescara di Oddo. L’unica magra consolazione, il +4 in classifica rispetto a 12 mesi fa, mentre la zona Europa rimane lontana e parlarne oggi, visto il rullino di marcia delle altre, pare utopistico.

Il "super attacco" di inizio stagione ha più che dimezzato la sua produttività con Ljajic che non trova la via del gol da ormai tre mesi (l'ultimo gol fatto al Cagliari) e alcuni egoismi di troppo che sono sfociati nell'errore dal dischetto di Iago Falque contro l'Empoli. Se non segna Belotti, non lo fa quasi nessuno. La freddezza del gallo sotto porta è indispensabile per la squadra così come è indispensabile però la fantasia di Ljajic e Iago. Se a inizio anno un attacco dai numeri straordinari distoglieva l'attenzione da una fase difensiva a tratti disastrosa, ora, un calo fisiologico del reparto offensivo ha portato a questa mini-crisi invernale. Se nelle prime quattordici di campionato il Torino aveva stupito tutti con 7 vittorie, 3 sconfitte e 25 punti complessivi con una media di 1,7 punti a gara ora arriva il calo: 7 punti guadagnati nelle ultime 9 - e una media di 0,7 per gara - con ben 16 gol subiti e solo 9 realizzati.

La frenata, così come accaduto con Ventura, prosegue con il centrocampo. Il protagonista del calo più significativo e evidente del reparto è senza dubbio Baselli autore, da quando è in granata, di inizi di campionato scintillanti seguiti da una flessione sia in fase relizzativa che di apporto dato alla squadra. Se nella prima metà di campionato, proprio Benassi e Baselli, avevano siglato ben otto gol in due - quattro a testa - nelle ultime 9 giornate è arrivato un solo gol dal reparto mediano. Proprio Baselli, come pure Valdifiori, mancherà domenica contro il Pescara nella gara che può essere l’occasione giusta per testare nuove strade con Lukic e Gustafson su tutti. L’arma in più per tornare a vincere e convincere potrebbe essere data dai terzini, ruolo chiave del modulo di Mihajlovic. Zappacosta, probabilmente il migliore del Toro per prestazioni dopo Belotti, sta recuperando dal fastidio muscolare e prepara il rientro. Per sigillare la difesa, poi anche Castan, che non gioca titolare da 6 gare, è sulla via del recupero. Se senza di lui il Toro ha subito 18 gol su 33 complessivi e se l'attacco da "super" è diventato "normal" ecco che ora il salto di qualità, per tornare a vincere, dovrà farlo la difesa.