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Toro, Boyé: il talento c’è, ora si trovi il ruolo ideale

Nicolò Muggianu

Focus on / L'argentino classe '96 fatica a trovare una posizione in cui rendere al meglio. Ma con un po' di pazienza le soddisfazioni arriveranno

Contro il Bologna, Lucas Boyè ha avuto la sua grande occasione per mettersi in mostra giocando dal 1' ma l'ha sciupata. Un po' per una prestazione collettiva sottotono, un po' per un'evidente difficoltà dell'argentino nel trovare la giusta posizione sul terreno di gioco. Non era facile, comunque, sostituire un certo Andrea Belotti dopo aver giocato con il contagocce nell'ultimo mese e mezzo.

CHE RUOLO? - La gara col Bologna ha messo in evidenza alcuni lampi di talento del ragazzo ma anche un'estrema difficoltà nel trovare la giusta posizione in campo e aiutare i compagni. Mihajlovic lo vede esterno offensivo - ruolo che per altro ha già ricoperto in carriera in Argentina, ma si sa le difese dei campionati sudamericani non sono preparate tatticamente come quelle europee - e anche prima punta. Ora una domanda sorge spontanea: qual è il ruolo in cui Boyé può rendere al meglio? Nelle prime giornate di campionato - in assenza di Ljajic - il ragazzo aveva dimostrato buone cose sulla fascia sinistra estasiando i tifosi con lampi di pura classe. Poi una discontinuità tipica di un giovane della sua età ne ha limitato il raggio d'azione. Le qualità ci sono, ora però il ragazzo va educato tatticamente e nessun campionato sarebbe più adatto per lui di quello italiano, che è forse il più preparato in materia tattica.

ACERBO - Nell'ultimo match di campionato Boyé ha avuto l'occasione di rimanere in campo per tutti i 90' minuti. Prestazione in ombra per lui, condita da qualche numero di alta scuola spesso fine a sé stesso in zone di campo poco pericolose. Insomma, il classe '96 è parso spesso spaesato e il suo "personal score" fermo a zero gol in 16 presenze a fine gara ne è la prova. Il ragazzo però ha il tempo dalla sua parte. A soli vent'anni, infatti, Boyé ha tutto il tempo di formarsi come calciatore e, viste le grandi potenzialità, la piazza granata non deve fare altro che attendere con pazienza la maturazione di un talento ancora acerbo ma che potrebbe diventare puro e cristallino con il passare degli anni.

La partita di Bologna ha messo in chiaro alcune cose: Boyé non è ancora pronto per fare il vice-Belotti e deve trovare la giusta sistemazione in campo che gli permetta di mettere in mostra tutto il suo talento. Talento che, per ora, è venuto fuori solo a fiammate ma su cui il Torino dovrà continuare a puntare per costruire il suo futuro.