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Da Cerci a Lentini il paragone è suggestivo, ma decisamente (ancora) azzardato. Entrambi esterni, entrambi devastanti nel momento di puntare la porta. Entrambi...
"Da Cerci a Lentini il paragone è suggestivo, ma decisamente (ancora) azzardato. Entrambi esterni, entrambi devastanti nel momento di puntare la porta. Entrambi all'esordio in Nazionale con la maglia granata.
"Sono passati vent'anni dal suo rovente addio, o meglio arrivederci, alla maglia granata. Quasi metà della vita di uno dei giocatori più tecnici, rapidi e capaci di cambiare il volto alla partita in un lampo del Toro dell'ultimo quarto di secolo. Oggi Gianluigi Lentini compie 44 anni. Cresciuto a pane e Filadelfia, l'esordio con i 'grandi' per l'ala piemontese arriva assai presto: all'età di diciassette anni colleziona ben undici presenze nel campionato 1986-1987. Stesso numero di presenze della stagione successiva, ma il primo gol in maglia granata deve ancora arrivare. Dopo una breve parentesi all'Ancona rientra in scuderia nell' 89. L'obiettivo è di riportare nella massima serie il Torino, e ci riesce, siglando le sue prime reti in maglia granata, saranno sei a fine stagione.
"Ma la vera consacrazione arriva l'anno successivo. E' Emiliano Mondonico a esaltarne le caratteristiche. Dribbling, velocità e fantasia sono armi che a 21anni Lentini ha già affilatissime. Conclude il torneo 1990-1991 con prestazioni in crescendo e cinque reti. L'anno successivo è tra i protagonisti assoluti di una stagione esaltante per i granata. Trascina i suoi nella finale di Coppa Uefa e conclude il campionato al terzo posto, dietro Milan e Juventus.
"E poi il crack. Il Toro di Borsano naviga in acque tutt'altro che calme, i conti non tornano, e la società è obbligata a fare cassa. In tutti i modi possibili. Arriva così la cessione di Lentini al Milan di Berlusconi per la cifra, record o quasi, di 18,5 miliardi di Lire, e chissà quanti altri in nero. La fetta granata del capoluogo piemontese non ci sta e mette letteralmente a fuoco e fiamme la città. Il divorzio è tanto necessario quanto traumatico. Nel Milan fa bene ma potrebbe fare meglio, le vere potenzialità – a detta degli esperti – sono ancora inespresse. Ma ad impedirne lo sbocciare arriva un pauroso incidente automobilistico che mette a repentaglio la sua vita e ne compromette la carriera. La convalescenza è lunga e, dopo quasi un anno, torna di nuovo in campo ma si vede che non è più lo stesso. Lascia così il Milan nell'estate del 1996 per seguire il suo mentore Mondonico a Bergamo, sponda Atalanta. L'anno seguente, a 28 anni, torna sotto la Mole. Ancora Toro, ancora Mondonico. Saranna tre gli anni in granata, i primi due dei quali in Serie B. Proprio con il Torino giocherà le sue ultime partite in massima serie nella stagione 1999-2000, chiudendo con trentaquattro presenze e zero reti. Ma Lentini del calcio non può fare a meno. Il primo amore non si scorda mai ed è duro da abbandonare. Ubriaca difensori e va a segno ancora per dieci anni, nelle fila del Cosenza, Canelli, Saviglianese, Nicese e Carmagnola.Lentini collezionerà in totale 204 presenze e 22 reti con la maglia granata.
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