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Le attenzioni in questo momento sono ovviamente rivolte al presente: c'è una partita contro l'Inter alle porte e un campionato da chiudere nel migliore dei modi, scacciando quella crisi di risultati che nell'ultimo periodo ha macchiato la stagione positiva dei granata. Con il sogno Europa accarezzato ad inizio gennaio ma presto sfumato ed un vantaggio ben più che rassicurante sulla zona salvezza, è però normale iniziare anche a pensare al futuro ed a quello che sarà il Toro del prossimo anno.
LE BASI - Dopo due annate da incubo non mancano questa volta i motivi per guardare al futuro con ottimismo, grazie all'identità ritrovata da una squadra che sotto la guida di Juric ha dimostrato di poter dare del filo da torcere a chiunque. Si ripartirà dunque da basi solide, poste in quella che doveva essere una stagione di transizione e che ha saputo mandare segnali decisamente positivi, anche se recentemente offuscati dalla crisi di risultati in cui è incappata la squadra. Non mancano però nemmeno le incognite, legate soprattutto a quelle che sarà la rosa della prossima stagione. Il rischio è che in estate il Toro debba fare i conti con una nuova piccola rivoluzione, dovendo rinunciare a giocatori importanti e perdendo dunque qualche certezza trovata in questa stagione. La preoccupazione è stata espressa da Juric stesso, che a domanda puntuale non ha nascosto i suoi timori prima di riportare immediatamente l'attenzione al presente.
GLI ADDII - La perdita più pesante sarà con ogni probabilità quella di Bremer, fresco di rinnovo di contratto fino al 2024 ma pronto a salutare in estate: sul brasiliano c'è l'interesse delle grandi d'Italia e d'Europa ed il centrale non ha mai nascosto le sue ambizioni. Per Juric ci sarebbe quindi da ridisegnare il pacchetto difensivo, che resterebbe orfano del suo elemento di punta. Tra chi saluterà in estate c'è quasi sicuramente Pobega: prelevato con la tanto criticata formula del prestito secco, il futuro del centrocampista dipende esclusivamente dalla volontà del Milan. Maldini ha già ribadito di voler riportare il classe 1999 in rossonero ed il triestino sarebbe fondamentale per la formazione di Pioli anche in ottica liste (è un prodotto del vivaio). Pur trattandosi di una perdita non da poco, il Toro in questo caso sarebbe comunque coperto dalla presenza di Mandragora (anche lui in prestito, ma sarà riscattato). Un'altra grande incognita è il futuro di Belotti, il cui contratto è in scadenza al termine della stagione.
I PRESTITI - A questi probabili addii si aggiungano anche le posizioni tutte da definire dei vari giocatori prelevati in prestito con diritto di riscatto. Se Brekalo ha pienamente convinto e sarà acquistato a titolo definitivo, lo stesso non lo si può dire degli altri elementi attualmente alla corte di Juric. Praet si è dimostrato un elemento importantissimo e la sua assenza si sta facendo sentire non poco, ma per per prelevarlo dal Leicester servono circa 15 milioni di euro: una cifra non indifferente per un giocatore che compirà 28 anni, è soggetto ad infortuni ed è attualmente ai box per una frattura ad un piede. La fragilità fisica è un elemento che riguarda anche Pjaca, che in stagione ha alternato partite decisamente convincenti a prestazioni sotto tono: nel girone di ritorno il croato si è imbattuto in un periodo negativo e dovrà mandare un segnale importante. Discorso analogo per Pellegri, tormentato negli ultimi anni da svariati problemi fisici. Scontato invece il mancato investimento per Fares: era una scommessa, la sua avventura in granata si è chiusa ancor prima di cominciare.
CANTIERE APERTO - Il Toro si presenta dunque come un vero e proprio cantiere aperto e da questo punto di vista è legittimo il timore di Juric di fare diversi passi indietro nella costruzione della squadra della prossima stagione. Sarà dunque fondamentale il lavoro della società, che dovrà muoversi per tempo ed individuare al più presto i possibili sostituti dei partenti per mettere il tecnico nelle condizioni migliori per lavorare. Ad agevolare i granata c'è sicuramente la posizione di classifica: ora che le ambizioni di classifica sono veramente limitate, così come il rischio retrocessione, non mancherà il tempo per iniziare a programmare il futuro. Giustamente Juric ha voluto tenere tutti focalizzati sul presente perché c'è un campionato da chiudere nel migliore dei modi, ma non iniziare a pensare anche alla prossima stagione rischierebbe di trasformarsi in un'opportunità sprecata.
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