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Toro: c’é chi si morde la lingua e non solo quella…

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Tocco di Mano / Mercato a saldo zero e cessioni importanti, ma l'Europa resta ad un passo. Senza prime donne, ma con tanti e cuori coraggiosi
Manolo Chirico

Le cessioni estive di Cerci e Immobile avevano lasciato un grande vuoto nel cuore dei tifosi e anche (seppur in parte) nell'organico a disposizione di Giampiero Ventura. Il tecnico, aspettando a lungo l'adattamento dei nuovi arrivati, le aveva provate tutte. Cambiando più volte l'impostazione tattica. Con Gazzi a schermo, con Vives mezzala. Con Bovo e Jansson riadattati a centrocampo. Con le due punte fisse e vicine, con due trequartisti e un attaccante solo, piazzati appositamente per accorciare la distanza tra le linee.

La difesa invece è rimasta la stessa, ben collaudata e solida. Da lì è ripartito il Toro, dal suo più grande e certo punto di forza. Tante le perplessità, tante (a questo punto troppe?) le critiche, quasi mai costruttive. Il Torino con fatica ha retto il peso dell'ombra lasciata dai ''nuovi gemelli del gol', provando a rispondere colpo-su-colpo. Non sempre è andata bene, ma il gruppo non si è mai arreso. Non si é mai scomposto.

Nemmeno dopo il mercato di gennaio, anch'esso a saldo zero. Nemmeno dopo aver tastato lo sconforto totale della piazza: persa, delusa e a tratti infuriata.

E neppure certe frasi, certe dichiarazioni fuori luogo hanno scalfito la solidità di questo gruppo. ''Sinceramente dopo che in estate vendi i pezzi migliori, come me e Ciro...'': così parlò Alessio Cerci, appena tornato in Italia, con la coda tra le gambe e le orecchie basse. Sinceramente, pur vendendo in estate i pezzi migliori come te e Ciro, a febbraio il Toro è davanti al Milan, caro Alessio.

Questa la risposta che merita la stella di Valmontone e chi come lui ha parlato troppo e troppo presto. I giovani, portati in Italia per pochi spicci da diesse Petrachi, finalmente si sono inseriti e ora stanno iniziando a rendere per quello che valgono. Per loro la strada verso la gloria è ancora lunga, e lo stesso vale per il Torino che a piccoli passi continua a crescere. Un percorso che certamente potrebbe essere abbreviato se solo il presidente Cairo aumentasse il budget a disposizione dei suoi collaboratori. Ma questa è un'altra storia.

E dunque, dopo un successo dietro l'altro, dopo nove risultati utili, la classifica torna ad avere un sapore decisamente più stuzzicante. E ora, chi ha parlato troppo e a sproposito, abbia il buongusto di tacere, almeno sino alle prossime quattro sconfitte (di fila).