Spesso una sconfitta condita da tre gol potrebbe rappresentare in casa una vera e propria Caporetto granata. La realtà è un'altra, ma soprattutto non è questa l’occasione per drammatizzare visto che la partita l’ha condizionata Piero Giacomelli da Trieste, che, abbagliato da protagonismo, ha espulso il Sansone granata, reo di aver simulato la caduta in area mentre in slalom veloce tentava la sortita verso Pavarini. Da questo momento in poi la partita ha immediatamente subito un inversione di tendenza con un Parma volitivo e voglioso di cercarsi la vittoria e un Toro che ha peccato di personalità, sbriciolandosi in breve tempo con tre gol in pochi minuti. E dire che il Toro aveva per 53 minuti espresso un buon gioco e una bella circolazione di palla, inchiodando i parmigiani nella propria metà campo. Il Toro aveva fatto e condotto bene la partita ed erano anche fioccate alcune belle occasioni da gol con Darmian già al 7’ con Pavarini che deviava in angolo, con Meggiorini al 9’ che si coordinava bene tirando al volo e il numero uno parmense ancora a deviare, con Sansone al 10’ che sprecava una bella occasione mandando di testa il pallone oltre la traversa. Il Parma è sempre stato in difficoltà perché il Torino non dava punti di riferimento, con Vives che spesso agiva tra le linee e andava a fare l’ala destra al posto di Stevanovic mentre quest’ultimo cercava spazi accentrandosi dietro le punte. Nei primi venti minuti Steva è stato devastante.
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Toro, che mazzata!
NO ALLE POLEMICHE - Già… i primi venti minuti, poi piano piano il Toro si è spento, senza per questo lesinare impegno. Comunque ogni azione da gol granata è stata sempre costruita con sapienza tattica e mai capitata per caso. Questo porta a dire che non è il caso di drammatizzare. Preoccuparsi si , per la sempre troppa sterilità in attacco, ma senza entrare in quel vortice di polemiche che servirebbero a nulla. Il Toro undici contro undici ha giocato bene, ad esempio, nonostante l’assenza di Ogbonna, si è scoperto quanto è bravo Rodriguez, un difensore che distribuisce bene i palloni e sa avanzare a testa alta e poi che dire delle altre occasioni da gol granata: al 36’ Sansone si libera bene per il tiro respinto in angolo, mentre Rodriguez al 42’ di testa incorna verso Pavarini e al 46’ ancora l’attaccante granata impegna seriamente il portiere avversario che alza sulla traversa. E il Parma? Ha aspettato il momento giusto, cinico e spietato. Ma fino al 53’ il Parma dov’era? Le uniche vere occasione per i nerocrociati si erano concretizzate al 16’ con Biabiany che ha mandato in tilt tre giocatori granata, seminandoli con una bella progressione, per poi servire a centro area Amauri che ha graziato Gillet tirando alto sopra la traversa e al 22’ con Paletta che di testa ha impegnato in una bella parata gatto Gillet poi del Parma più nulla. E’ davvero un peccato commentare una sconfitta del Toro in questo modo. Di certo non è piaciuto ne al pubblico ne all’allenatore granata l’atteggiamento troppo remissivo e poco reattivo dei granata sia dopo l’espulsione dell’attaccante granata sia dopo il primo gol subito. Troppo presto la retroguardia granata si è liquefatta, con Darmian che ha sulla coscienza sia il primo che il terzo gol con due svarioni in area imperdonabili. Inoltre l’entrata in campo di Cerci non ha dato quell’impulso che tutti speravano, sicuramente molto meglio ha giocato Stevanovic.
MA IL PROBLEMA DEL GOL ESISTE - Quindi al di là del risultato roboante e negativo per il Toro la cosa preoccupante non è tanto la mancanza di gioco dei granata ma la finalizzazione delle azioni. Se è vero che il Toro ha giocato fino al 53’ bene e conducendo la partita e altrettanto vero che i gol non arrivano ancora ed è il vero dato oggettivo. Meggiorini non ha lesinato impegno, ha corso , si è impegnato in pressing sui centrocampisti, andrebbe tutto bene se fosse un centrocampista! Lui invece è un attaccante che a casa non porta risultati, ovvero i gol, ma nemmeno assist per i compagni, inutile cercare scusanti. In 53 minuti, quanti sono quelli espressi dal Toro contro il Parma in undici contro undici, non basta solo giocare bene bisogna anche segnare! Un appunto, la scelta di Ventura di non far giocare Bianchi fa discutere.
Gino Strippoli
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