Nonostante tutto, l’Inter manifesta molti problemi, sia quando è in possesso della palla, sia senza palla. La squadra, nell’arco dell’intera stagione, è risultata poco incisiva sottoporta, anche se nell’ultimo periodo, complice l’esplosione di Lukaku e Lautaro, questa non sembra più essere una difficoltà. Resta un problema la poca imprevedibilità che i nerazzurri aggiungono alla loro manovra, poiché sono l'ultima squadra in Serie A per numero di dribbling tentati e completati. Quando gli avversari non gli concedono spazi per sviluppare il gioco, l'Inter fa fatica ad uscirne. Inoltre, in caso di assenza di Dimarco dagli 11 titolari (o comunque di tutti quei giocatori addetti allo sviluppo della manovra), l’efficacia della costruzione delle azioni offensive potrebbe diminuire.
Focus
Toro, come gioca l’Inter? I nerazzurri soffrono filtranti e contropiedi
Come detto in precedenza, generalmente il pressing nerazzurro è organizzato ed efficace, ma non è sempre stato così nel corso della stagione: in diverse situazioni i reparti si sono trovati a grande distanza tra di loro, concedendo agli avversari di ricevere negli spazi. Questo perché quando il mediano si alza in pressione, spesso nessuna mezzala va a coprire il buco lasciato libero, liberando un grande spazio tra le linee.
Quando adotta un baricentro basso, l'Inter soffre molto i filtranti nei mezzi spazi: ciò accade perché portando un raddoppio di uomini sulle catene laterali e stringendo i tre difensori in area di rigore per difendere i cross avversari, lasciano spesso troppo spazio tra l’esterno e il difensore laterale, che può essere colmato dall'inserimento di un giocatore avversario.
Infine l'Inter soffre molto le transizioni negative, essendo la quarta squadra in Serie A che subisce più gol in contropiede. Questo perché dopo aver perso palla, la squadra corre il rischio di trovarsi disorganizzata, con molti giocatori in area di rigore e difensori ed esterni che spesso salgono per rifinire o finalizzare l'azione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA