- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
toro
TURIN, ITALY - JANUARY 16: Julian Chabot of Spezia consoles team mate Luca Vignali after he is shown a red card during the Serie A match between Torino FC and Spezia Calcio at Stadio Olimpico di Torino on January 16, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Quando il tuo portiere risulta il migliore in campo perché salva tre volte il risultato da una sconfitta meritata; quando giochi in 10 contro 11 per 87 minuti e riesci a malapena a fare un tiro verso la porta avversaria, deviato in angolo; quando gli altri corrono a doppia velocità e tu sei sempre lento; quando gli altri arrivano veloci sulle palle vaganti e tu sei sempre in ritardo; quando devi vincere una partita importante e scendi in campo senza la volontà di vincere; quando scendi senza idee e senza carattere mentre gli avversari hanno il triplo della grinta che dovresti avere tu; quando il tuo migliore acquisto quest’anno, costato 7 milioni di lire è da settimane il peggiore in campo e lontano cugino di chi giocava bene nella Sampdoria; quando un allenatore sbaglia nuovamente la formazione dall’inizio (vedi Lyanco in panca) mettendo a dare il via alle azioni a Bremer che proprio non ha quelle capacità; allora se scendi in Serie B è il risultato sportivo che merita una squadra e una Società che l’ha costruita.
Onore quindi allo Spezia in 10 contro 11 per 87 minuti contro un Toro vergognoso. Giocatori granata svogliati, entrati in campo senza voglia di vincere: basti dire che il migliore in campo tra i granata è stato Sirigu autore di tre interventi decisivi e poi il buon Ansaldi che è stato il più pericoloso con un tiro su un palo e un assist per la testa di Belotti. Il Gallo è apparso stanco e quasi demotivato dall'atteggiamento dei suoi, nonostante abbia provato più volte a caricarsi la squadra sulle sue spalle.
Dire che è stata una prestazione vergognosa è dir davvero poco, piuttosto l'allenatore Giampaolo è sembrato ancora una volta non avere la squadra in mano e soprattutto il pugno della situazione. Dal campo si sentivano i suoi urlati ordini sul come muoversi, su come far correre più velocemente la palla e le azioni, di contro la squadra sembrava far l’esatto opposto. Due sono i punti: o non lo ascoltano (magari son diventati sordi) oppure non sono capaci. O entrambe le cose? Il pareggio contro lo Spezia equivale ad una disfatta e ad un fallimento stagionale societario, dirigenziale e calcistico. Questa è davvero la premessa ad una retrocessione o quasi!
Ma come si fa a non capire che dopo il 7° minuto con lo Spezia rimasto in dieci il Torino doveva cambiare immediatamente formazione e mettere subito un attaccante in più? Invece dopo l’espulsione di Vignali e il conseguente cambio tattico dei liguri con l’ingresso di un centrocampista in più, l’argentino Estevez al posto di Farias, il Toro è rimasto immobile in ogni senso lasciando ben tre difensori a guardia di un solo attaccante il diciannovenne Piccoli, anche perché Gyasi spesso si sacrificava tornando a dar manforte alla linea difensiva spezzina. Infatti con grande ritardo gli unici due tiri in porta (e una leggera verve in più in attacco) i granata li hanno fatti dopo 45 minuti di gioco con l’entrata di Zaza e Ansaldi a supportare Belotti e Verdi, con in più l’ingresso di Lyanco a formare una sorta di difesa a tre con regista centrale Segre tra i due difensori.
Al di là degli errori di formazione questo Torino, che non può chiamarsi Toro e nemmeno Torino, va rispettata la storia: ha disputato la sua più brutta partita di quest’anno quando avrebbe dovuto disputare una partita diligente, aggressiva, votata per la vittoria. Invece si è vista una squadra svuotata nell’anima e nel cuore, senza contare gli errori tecnici, imperdonabili per giocatori di Serie A.
LEGGI ANCHE: Vi siete già rassegnati
Palloni buttati senza alcuna pressione avversaria in fallo laterale, contrasti persi, lanci sbagliati, giocatori che non si muovono mai senza palla. Ma è mai possibile che il 23 enne Maggiore palla al piede sia più veloce di Linetty senza palla? (i due sono partiti contemporaneamente). Lo Spezia in inferiorità numerica è stato sempre lucido, frutto di un ottima organizzazione in campo e lavoro collettivo mentre il Toro si è immerso in una nebbia fitta da cui non è mai riuscito a uscire.
L’intelligenza tattica e il saper leggere la partita l’ha vinta Italiano, allenatore dello Spezia, quando ha ordinato ai suoi di lasciar giocare il centrale granata, Bremer, perché era evidente la difficoltà che aveva nel far decollare l’azione, poi quando quest’ultimo scaricava sui compagni ecco che arrivava l’aggressione e il pressing voluto dall’allenatore spezzino. Ottima poi la circolazione della palla dello Spezia agevolato dalla pressione nulla dei giocatori granata. Al contrario il lento giro palla del Toro ha sempre favorito il pressing avversario.
Non può bastare un palo di Ansaldi e un tiro di Verdi deviato in angolo per meritarsi questo pareggio che equivale ad una sconfitta. A livello di prestazione quella dello Spezia è stata maiuscola, con 5 occasioni in cui ha sfiorato il gol: i tiri di Gyasi, Piccoli e Estevez, respinti dal bravo Sirigu e poi il tiro secco e potente di Pobega che ha lambito il palo e l’incursione con tiro finale di Marchizza che è andato alto sulla traversa a tu per tu con Sirigu. Se c’era una squadra che avrebbe meritato la vittoria questa era lo Spezia. Continuando così questo Toro non avrà scampo verso gli inferi della Serie B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA