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TURIN, ITALY - JANUARY 15: M'Bala Nzola of Spezia Calcio scores the team's first goal past Vanja Milinkovic-Savic of Torino FC from the penalty spot during the Serie A match between Torino FC and Spezia Calcio at Stadio Olimpico di Torino on January 15, 2023 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Nulla da dire sulla vittoria meritata dello Spezia allenato da Ivan Gotti contro un Toro mai in partita, stanco, avulso da ogni forma di gioco, sempre in ritardo sulle seconde palle e se togliamo due parate di Dragowski nel secondo tempo, l’ultima su colpo di testa di Djidji quasi allo scadere della partita, i granata sono rimasti fermi su se stessi senza mai rendersi pericolosi rispetto agli avversari.
Già, gli avversari, lo Spezia, una squadra umile e ben organizzata che non ha concesso nulla o poco al Toro. Due le pedine che hanno fatto la differenza per la squadra ligure: Kevin Agudelo vera spina nel fianco per la difesa granata, un ragazzotto capace di svariare da destra a sinistra e incunearsi tra le linee avversarie, portando avanti palloni sempre pericolosi. L’altro spezzino è M’Bala Nzola , spesso accostato come prossimo centravanti granata. Un centravanti possente che dà profondità e soprattutto sa difendere la palla facendo salire la squadra; poi un rigore ben tirato. Oltre ai due citati non bisogna dimenticare il ragazzo del Filadelfia Emmanuel Gyasi, il capitano della squadra ligure, capace di cucire il gioco tra centrocampo e attacco e di centrare una traversa nel secondo tempo. Diciamo che lo Spezia ha giocato da squadra e il Toro no.
I granata, dopo i 120 minuti di San Siro, non hanno avuto gambe per correre ma nemmeno una mente capace di sopperire alla mancanza di potenza fisica. Davvero tutti male. Vlasic e Miranchuk non sono mai stati in grado né di inventare qualcosa per i compagni né di incidere con azioni personali. I giochi sulle fasce sono stati appannaggio dello Spezia con Singo sempre più deludente e Vojvoda lontano parente di quell’esterno che lo scorso anno faceva la differenza a sinistra. Troppi errori per l’esterno sinistra granata, passaggi sbagliati che spesso hanno innescato ripartenze agli avversari e lanci quasi sempre fuori misura. Sanabria non ha mai visto il pallone e nessuno è mai riuscito a dargli una palla giocabile per andare in rete.
Ma la bella vittoria contro il Milan e i 120 minuti non possono essere la scusante di questa sconfitta. Se i giocatori sono stanchi perché non dare spazio ai due ragazzi che hanno regalato la vittoria a San Siro? Non saranno due campioni ma hanno energia e potenza da vendere e li poteva mettere in campo proprio facendo traino sul loro entusiasmo. Invece nulla, si è tenuto Singo che non ha mai avuto una sola accelerazione in avanti. Non era il caso di provare almeno nel secondo tempo lì a destra Bayeye? A centrocampo non è pensabile che Adopo potesse far peggio di chi ha giocato. Ci sono le gerarchie, verissimo, ma cosa servono quando i giocatori in questione sono stanchi? Spesso queste non portano sempre alla positività. Bisogna saper rischiare. Il Toro alla ripresa del campionato aveva tre partite da possibili 9 punti, se proprio non tutto doveva andare bene si pensava almeno di 7 punti per uscire dal trittico Verona, Salernitana, Spezia e questo deve far pensare e non poco alla poca qualità della squadra che ha sicuramente bisogno di rinforzi vista l’eminente addio di Lukic, l’infortunio di Lazaro, quello di Aina. Si parla dell’arrivo di Ilic, ottimo giocatore che Juric ha già allenato a Verona e sicuramente richiesto da lui. Ma non basta a questo Toro e la sconfitta meritata contro lo Spezia lo dimostra.
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