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Toro contro la Roma per ”vincere” la salvezza e giocarsi il derby fino alla morte!

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E' l'ora di tornare a vincere  all’Olimpico di Torino. Dopo aver conquistato  i tre punti contro la Lazio  il Toro cerca il bis romano per "vincere" la salvezza! 
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

E' l'ora di tornare a vincere  all’Olimpico di Torino. Dopo aver conquistato  i tre punti contro la Lazio  il Toro cerca il bis romano per "vincere" la salvezza! Già, conquistare la vittoria equivarrebbe a centrare l’obiettivo di inizio stagione ovvero cercare una salvezza tranquilla  e non con l’acqua alla gola. In effetti nessuno a inizio campionato  avrebbe mai immaginato di trovare un Toro a 7 giornate dal termine lontano dalla zona nera della retrocessione  di ben nove punti. Un piccolo risultato che dimostra la bontà del percorso granata e delle scelte "mercatali" estive e invernali. Però adesso questo piccolo risultato deve  essere trasformato in grande centrando i 40 punti sul campo a 6 giornate dal termine. Un triplo obiettivo perché consentirebbe alla squadra di giocarsi le restanti partite nella più assoluta tranquillità magari in maniera ancor più arrembante, a Petrachi di affondare le radici su mercato in netto anticipo magari portando sotto la Mole qualche sorpresa argentina (Scocco tra tutti)  e a  Ventura  di far giocare quei giovani  in forza alla squadra come Diop, Bakic, Menga e qualche ‘primavera’  per valutarli meglio in vista del prossimo anno.

Poi c’è il derby!  Giocarselo già a salvezza  acquisita  vorrebbe dire equilibrare il gap tecnico con i bianconeri e magari dimezzarlo con grinta  e bel gioco, e si sa quanto la stracittadina faccia storia a se, dove spesso i pronostici si sovvertono e le potenzialità di una squadra  vengono ribaltate dalla grinta e dal cuore che ci mettono in campo i più deboli tecnicamente. Vincere contro la Roma vorrebbe dire prepararsi a giocare il derby alla morte per vincerlo. 

Questo per dire che ottenere i tre punti domenica  contro i capitolini diventerebbe per Bianchi e company non solo importante ma strategico per le restanti partite. Il Toro lo ha dimostrato più volte è formato da giocatori che hanno grinta da vendere e che se la giocano sempre fino alla fine, senza timori referenziali. Magari l’inesperienza spesso ha giocato brutti scherzi nell’ultimo fatidico quarto d’ora finale ma nessuno può obiettare sulla volontà dei ragazzi a non mollare mai e Bologna ne è l'esempio lampante. Giocatori  come  Santana e Cerci dovranno ancora una volta prendere per mano il Toro e grazie alla loro esperienza e tecnica pungere in maniera ficcante  le fasce romane che appaiono tutt’altro che irresistibili. D'altronde aspettare  la Roma a  centrocampo significherebbe andare incontro ad un autentico suicidio. Meglio allora far la partita come ha sempre fatto il Toro dall'inizio del campionato continuando ad affrontare gli avversari con quattro attaccanti , due esterni e due punte, Cerci e Santana  con Barreto e probabilmente Bianchi, galvanizzato dal ritorno al gol al Dall'Ara. Con gli uomini contati a centrocampo Ventura non può di certo lavorare di fantasia., senza  Brighi e Basha il centrocampo sarà affidato all’inossidabile Gazzi in coppia con Vives. La linea difensiva potrebbe riservare la sorpresa sulla corsia di sinistra con D’Ambrosio al posto  di un deludente Masiello.  Con il ragazzo di Castellamare di Stabia in campo,  più votato all’attacco ma ormai bravo anche nella fase difensiva, anche Santana  ne gioverebbe sia nelle ripartenze che nelle sovrapposizioni, mentre  a destra l’accoppiata di fascia Darmian – Cerci da buone garanzie. La Roma  chiaramente è un brutto cliente ma non impossibile soprattutto se attaccata  con intelligenza dalle fasce ma anche con verticalizzazioni centrali. I difensori  giallorossi vanno in barca se presi in velocità non tanto per loro staticità ma per pura inesperienza : Torosidis, Castan, Marquinhos e Marquinho  non sono di certo invalicabili anzi spesso dimostrano insicurezze che portano sul campo a compiere errori grossolani. Starà agli attaccanti del Toro approfittarne con scaltrezza e freddezza. 

Gino Strippoli

(Foto Dreosti)