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Toro, contro l’Empoli ci vuole il ‘credo del gol’

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L’editoriale di Gino Strippoli / Ritornare alla vittoria per dimenticare Bergamo
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Dopo la brutta sconfitta contro l’Atalanta il Torino ha la possibilità immediata di riscattarsi davanti al suo pubblico affrontando l’Empoli di Martiusciello. La squadra toscana è compagine da prendere con le molle: troppo spesso negli anni passati la squadra granata ha dovuto incassare sonanti sconfitte casalinghe, prima con l’Empoli di Sarri e poi con quello di Giampaolo. Insomma, squadra tutt’altro che facile da affrontare vista anche la pericolosità del suo attacco, che ha in Saponara il proprio gioiello e in Maccarone un intramontabile cannoniere. Anche la linea difensiva quest’anno si è rinforzata molto con l’arrivo di Pasqual e di Bellusci, e non è cosa da poco. Il Torino ha però l’obbligo di riprendersi quella vittoria perché qualitativamente, dal punto di vista tecnico, è nettamente superiore ai toscani.

Ovviamente non deve valere il detto "buttiamoci all’arrembaggio" proprio per non far emergere la qualità migliore dell’Empoli, ovvero il contropiede che tanto male ha fatto finora ai ragazzi di Mihajlovic in questo inizio di campionato, sia contro il Milan che con l’Atalanta: quindi, un occhio particolare a non esporsi troppo. Va benissimo giocare e votarsi all’attacco, all’aggressività ed al pressing ma tutto ciò deve sempre essere condito da un sano equilibrio tra i reparti che ad oggi non si è visto molto. Il secondo gol preso contro l’Atalanta ad esempio, nato da un contropiede lanciato da una rimessa con le mani del portiere avversario, deve insegnare.

Probabilmente il centrocampo granata formato da Baselli, Valdifiori e Benassi, pur essendo sicuramente molto tecnico, è anche tanto leggero e non assicura molto filtro. Forse può essere solo dovuto ad un ingranaggio che deve ancora essere oliato (d'altronde l’ex regista napoletano è arrivato da poco tempo) ma un dato è certo: dai tre non si può pretendere vista la loro fisicità di essere quel muro di cui ha bisogno la retroguardia. Ecco che a seconda delle esigenze tattiche e soprattutto di quale squadra si deve affrontare Sinisa Mihajlovic potrebbe optare per scelte diverse alternando i centrocampisti che ha in rosa. Acquah magari non ha il piede tecnicamente eccellente ma sa dare in mezzo al campo più vigore e sostanza, idem per quanto riguarda Obi, senz’altro più muscolare di Baselli, perdendo però molto dal punto di vista creativo.

Per avere e far giostrare il centrocampo più tecnico ovvero Baselli, Valdifiori e Benassi sicuramente  il Toro dovrebbe avere una difesa molto elastica e con molta corsa e velocità mentre proprio quest’ultima qualità con Bovo e Castan, ma anche con lo stesso Silvestri, sembra che attualmente manchi. Ecco che se scavalcato il centrocampo gli avversari si ritrovano ampi spazi e corridoi in cui incunearsi con velocità lasciando i difensori granata spesso a rincorrere. Detto ciò Mihajlovic sa il fatto suo e sa bene quali siano pregi e difetti di questa squadra, sta quindi a lui trovare presto un equilibrio tra i reparti. Di certo gli infortuni continui non hanno aiutato l’allenatore granata ad amalgamare la squadra. Oggi contro l’Empoli si potrebbe vedere il centrocampo visto con il Milan eccezion fatta per la regia affidata a Valdifiori al posto di Vives.

Al posto del ‘Pep’ granata - che nonostante l’età continua ad allenarsi bene e lui con a fianco Baselli e Benassi ha sempre assicurato una buona regia ma soprattutto un ottima fase di interdizione - insomma un ottimo equilibrista in mezzo al campo tra attacco e difesa. In questo momento di forma non eccezionale di De Silvestri non sarebbe il caso di rispolverare il veloce e attento Zappacosta che pare finito nel dimenticatoio? Ritornare al gol e vincere questo deve essere il ‘credo’ di oggi pomeriggio. Falque sta tornando per gradi ai livelli visti quando indossava la maglia del Genoa e da lui ci si aspetta qualità e fantasia, da Martinez le giocate viste contro il Bologna e da Boje la sua spensieratezza agonistica vista sinora, fatta di giocate per i compagni, di pressing sugli avversari ma anche di affondi che lo portino più vicino alla rete e a gonfiarla.