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Il tema

Toro, cronaca di un pasticcio evitabile: le colpe di giocatori, società e tifosi

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
Non sono state giornate semplici per il mondo granata: dal caso Kabic al video sul pullman con conseguente "caccia alle streghe"

Una brutta storia sotto tutti i punti di vista, una brutta storia che offre almeno tre spunti di riflessione. Il primo: una grande fetta di calciatori (e non solo quelli del Toro) appaiono ignoranti, viziati e aridi emotivamente. Il secondo: le società devono avere capacità di inasprire le regole, anche relativamente all'uso dei social. Il terzo: troppa leggerezza uso dei social anche da parte dei tifosi che hanno sentenziato Pietro Pellegri e Matteo Lovato senza vere e proprie prove. Procediamo per punti.

Il prototipo del calciatore lontano dalla realtà: gli effetti nel caso Kabic e nel caso del pullman

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Il vero valore del 4 maggio rischia di scivolare via di fronte a persone che non riescono a percepire le emozioni che un intero popolo sente e respira. Il prototipo del calciatore è talmente lontano dalla realtà che si vive tutti i giorni che una manifestazione come la commemorazione di Superga rischia, se non contestualizzata nel migliore dei modi, di essere banalizzata e non compresa fino in fondo. Il rischio è tangibile e la prima avvisaglia è arrivata durante l'intervallo di Torino-Bologna con Uros Kabic impegnato a palleggiare durante l'emozionante e sentita esibizione dei SensoUnico sulle note di "Quel giorno di pioggia". Lo stesso video girato sul pullman granata conferma quanto detto sopra. E gli esempi abbondano in ogni latitudine ogni qualvolta ci sono di mezzo giocatori. Solo che in un club come il Toro che fa dell'appartenenza il suo mantra ciò si percepisce di più.

Le società senza controllo sui social: un pericolo che porta a tanti problemi diplomatici

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Le società devono inasprire le regole ed essere ferree su alcuni punti, altrimenti si rischiano una serie di disguidi diplomatici che fanno uscire la stessa a pezzi. Il Toro, inteso come club, non è affatto uscito bene dal 3 e 4 maggio. I tanti piccoli o grandi scandali emersi, senza una posizione ufficiale da parte del club, non hanno fatto altro che rendere ancor meno sereno il clima. Proprio per questo è sempre meglio prevenire prima che curare. Limitare l'utilizzo dei social non sarebbe male, soprattutto in un'epoca nella quale tutto viene veicolato da lì. Le società stanno ben attente a non permettere ai giocatori di vivere costantemente il contatto con i tifosi perché impaurate da qualche considerazione di troppo dei giocatori (con il rischio di far proliferare video incontrollabili), però non riescono a porre il freno sull'uso dei social da parte dei loro tesserati, causando il più delle volte delle problematiche di varia natura.

La "caccia alle streghe" non funziona: i capri espiatori non tutelano la serenità

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Il terzo punto riguarda i tifosi. Domenica 5 maggio si è creato un processo senza prove su alcuni tesserati del Toro, tanto che Pellegri e Lovato sono stati costretti a smentire sui loro canali social. Non per forza bisogna essere garantisti, però bisognerebbe raccogliere qualche prova in più prima di crocifiggere. Trovare i capri espiatori è facile, ma bisogna sempre pensare che dietro alla figura del calciatore sopra descritto (ignorante e viziato, anche se non tutti) ci sono sempre persone che fanno parte di un gruppo. Insomma, che il video sul pullman non fosse felice è indubbio, così come è certo che la "caccia alle streghe" di ieri non sia stata una bella pagina della stagione granata.


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