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Walter Mazzarri sentiva da tempo il bisogno di confrontarsi con gli arbitri. Ieri a Milano ne ha avuto l’occasione per la riunione plenaria tra gli allenatori di Serie A e il duo Nicchi-Rizzoli, rispettivamente presidente Aia e designatore degli arbitri di Serie A. Tante, le spiegazioni che il tecnico ha richiesto. Che è ciò che gli frulla nel cervello da inizio campionato. In primis un atteggiamento della classe arbitrale a dir poco prevenuto nei suoi confronti (vedi espulsione con la Fiorentina). Poi delucidazioni sul VAR metodicamente ignorato nelle possibili situazioni favorevoli per il Torino. Dubbi che sarebbero stati espressi sia in sede di dibattito con gli altri allenatori (la zona grigia sull’applicazione del VAR in alcuni episodi dubbi, infatti, riguarda tutti) sia in colloqui privati.
Ebene, i vertici arbitrali avrebbero ammesso errori di alcuni fischietti e riconosciuto a Mazzarri le sue ragioni. “Sì, al Toro manca qualche punto”, il succo delle affermazioni. Mazzarri ha precisato: non vuole favoritismi ma equanimità in tutte le situazioni, non vuole essere considerato uno che protesta a prescindere e perciò non degno di essere ascoltato. Ma il gol di Berenguer a Udine, il rigore non dato su Izzo a Bologna e anche la mancata sanzione a Gagliolo contro il Parma sono stati errori evidentissimi. E sebbene a Mazzarri sarebbe stato ripetuto che toni esagerati non possono essere accettati, i vertici arbitrali avrebbero fatto delle ammissioni importanti e garantito un maggiore utilizzo de VAR. Ora sarà il campo a dare le controprove che servono.
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