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Toro, difesa da primato

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Si avvicina la supersfida con l’Internazionale (la chiamo così visto che è il suo vero nome, a dimostrazione  del fatto che è una squadra con un organico quasi completamente composto da giocatori stranieri) e il...
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Si avvicina la supersfida con l’Internazionale (la chiamo così visto che è il suo vero nome, a dimostrazione  del fatto che è una squadra con un organico quasi completamente composto da giocatori stranieri) e il Torino aspetta l'avversario a viso aperto. Una partita che Ventura giocherà cercando di impostare il proprio gioco senza troppi patemi e attese. D'altronde, le partite spesso si vincono quando si impongono gli schemi di gioco sugli avversari e il Torino visto sin qui, tra amichevoli e partite ufficiali, ha quasi sempre realizzato partite vincenti... ma soprattutto prestazioni convincenti, anche quando si è dovuto accontentare del pareggio com’è accaduto contro il Siena. Sarebbe bello che il Toro dovenisse rivelazione del campionato, facendo “godere" i propri  tifosi.Negli ultimi anni mai si era vista una partenza cosi roboante e vincente. A ragione molti "reclameranno" il fatto che per due anni di seguito si stia portando avanti un progetto con lo stesso allenatore e che Ventura sia uomo che ama far giocare la palla e sappia valorizzare i giovani: ne sono esempio Darmian, Diop, Stevanovic, Verdi, Suciu. Ma c’è un'altra analisi da compiere sulla strada di questo avvio eccellente: il Toro prende pochissimi gol. Un leit motiv che si è rafforzato notevolmente rispetto alla già eccellente stagione scorsa. Le squadre del tecnico granata amano giocare apertamente attaccando la porta avversaria attraverso una fitta rete di passaggi senza chiudersi in difesa, ma quando gli avversari ripartono difficilmente la retroguardia si lascia sorprendere. Da luglio ad oggi il Toro ha subito solo quattro reti in dodici partite. In nove amichevoli solo due gol (Getafe e Novara) e nelle tre partite ufficiali due reti sono state segnate in Coppa Italia dal Lecce.Ma cosa è cambiato rispetto agli anni passati? Innanzitutto, la meticolosità che Ventura ha portato nell’allenare i suoi difensori che devono essere sempre nel vivo del gioco, giocando a calcio e non alla "viva il parroco". Poi la qualità dei difensori e del portiere. Era dai tempi di Sereni che il Toro non aveva un portiere che sapeva comandare i suoi difensori. Oltre ad avere qualità tecniche superiori alla media, Gillet ha l’esperienza giusta per dirigere la retroguardia. D'altronde i vari Darmian, Glik, D’Ambrosio, Ogbonna, Di Cesare e Migliorini sono giovani con poca esperienza, sebbene Angelo vesta già d'azzurro e Kamil di bianco polacco. Un organico difensivo che quest’anno si è arricchito dell’esperienza importante di Guillermo Rodriguez e Alessandro Agostini, due che dovranno essere un valore aggiunto ai compagni di reparto. La difesa granata mai come quest’anno appare ben assortita con Ogbonna che ha nel tosto Rodriguez un suo vice all’ altezza della situazione, mentre Glik ha in Di Cesare il suo naturale alter ego (la maglia se la giocheranno), quindi il giovane Migliorini che metterà a frutto i dettami di Ventura pronto a cogliere l’occasione giusta.Sugli esterni, il binomio Darmian – D’Ambrosio è davvero giovane ma voglioso di far bene, inoltre proprio Darmian ha tutte le qualità per imporsi anche a livello di nazionale under 21. Quanto alla mancina, l’esperienza di Agostini e la voglia di Masiello di dimostrare che al Toro lui può starci bene, possono coprire bene il reparto senza contare che nel cassetto si ha anche un certo Caceres che ha solo bisogno di ritrovare la condizione giusta per essere quel giocatore che ha fatto discretamente lo scorso anno in Spagna. Un reparto difensivo che fa ben sperare grazie anche alla tenacia, non dimentichiamolo, di una buona mediana.Gino Strippoli(foto Dreosti)