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Juve, Inter ma pure Toro. Perché se per assegnare scudetto e zona Champions all’improvviso venisse inserito nel regolamento del campionato lo zero nella casella sconfitte in...
"Juve, Inter ma pure Toro. Perché se per assegnare scudetto e zona Champions all’improvviso venisse inserito nel regolamento del campionato lo zero nella casella sconfitte in trasferta oltre alle duellanti vere ci sarebbero pure i granata, con un piccolo grande record da custodire e pure difendere fra quattordici giorni (si giocherà di lunedì sera per la partita degli azzurri di rugby contro gli All Blacks) quando toccherà di nuovo fare visita all’Olimpico romano, questa volta contro la squadra di Zeman.MEGLIO DELLE BIG - Un piccolo grande primato che è un tesoro, alla luce di una classifica molto compatta in zona salvezza e di quanto combinato dalle altre, come Napoli, Fiorentina o Roma che fuori hanno perso almeno un paio di volte. Un primato figlio anche della mentalità che questa squadra ha dimostrato di avere, al di là del singolo risultato. Perché hanno detto bene in molti, già nella serata di ieri: quello del San Paolo va letto come regalo sì, ma che il Toro ha saputo farsi. Perché al tirar delle somme tutti quei punti sono stati guadagnati sul campo e come spesso successo in questo avvia di stagione lasciano il rammarico per quel qualcosa in più che in realtà non c’è stato, ché solo contro la Samp questo Toro è stato realmente alle corde, ancorché vicinissimo ai tre punti.
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"OLIMPICO NEMICO - Ora tutti predicano quasi come fosse un mantra che non esiste una sindrome Olimpico, questa volta quello torinese. Certo però che partire come successo otto giorni fa con giocatori fischiati senza nemmeno aver toccato il campo non è sensazione di per sé positiva. Lontano da Torino, per quanto calore possano averci messo i tifosi granata in esodo (e non sono stati pochi) è risuonata comunque un’altra musica, diretta da una difesa che cresce partita dopo partita e da un coraggio complessivo che rientra nel dna di questo gruppo.
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"PROVA DI SQUADRA - Poi ci sono quegli spazi che il Toro sinora in casa ha trovato soltanto raramente, con il Pescara soprattutto quando è rimasto in dieci, con il Parma nei primi venti minuti e basta. Ecco perché tocca ai singoli provare a fare la differenza, soprattutto provare a fare gruppo e non sembrare un Don Chisciotte qualsiasi che parte lancia in resta, come troppo spesso è successo nelle ultime due uscite a Cerci. E’ un Toro da esportazione, certo. Ma quanto sarebbe bello poterlo festeggiare e amare così anche in casa.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
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