"Un’altro fattore che ha contribuito ad ampliare il gap è il modo di operare sul calciomercato. In questo hanno grandi meriti sia il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori, che il ds Gabriele Zamagna e l’area scouting. Se il Torino ha speso cifre ingenti per investimenti che poi si sono rivelati improduttivi come Niang, Zaza, Aina, Meité e per ultimo Verdi, l’Atalanta ha reinvestito i proventi delle cessioni in giocatori funzionali e in grado di alzare il livello della rosa: basti pensare a Zapata, Muriel e De Roon o a scommesse vinte come Hateboer, Castagne, Gosens, Pasalic, Malinovskyi e via discorrendo. Il Toro, soprattutto nelle ultimissime sessioni di mercato, non è stato in grado di scovare talenti per valorizzarli ed inserirli nel progetto. A tal proposito era intervenuto anche il dg Antonio Comi: “Intanto il d.s. Bava ha ricreato un’importante area scouting, nel tempo darà risultati”. Aver cambiato lo staff, a partire dal direttore sportivo, può aver rallentato il Toro. Ciò che è sicuro è che anche sotto questo punto di vista, c’è tanto terreno da recuperare per la società granata.
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