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Toro, è l’ora di cambiare: il 3-4-3 può essere la svolta?

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Otto giornate con soli quattro punti, squadra bloccata e una crisi evidente. Ma gli ultimi venti minuti contro il Monza aprono uno spiraglio da cui ripartire
Nancy Gonzalez Ruiz

Sono quattro i punti dei granata nelle ultime otto giornate: un bilancio che suona come un fortissimo campanello d’allarme. Il Torino sembra intimorito, incapace di esprimersi, indipendentemente dall’avversario, sia esso Roma, Fiorentina, Juventus o Monza. La disposizione in campo è la stessa, le trame di gioco si ripetono, gli errori anche, e ciò che emerge è una squadra bloccata, mai veramente pericolosa. Mancano personalità, guizzi, e persino un’idea tattica chiara. Il Monza, almeno sulla carta, rappresentava un avversario abbordabile, contro il quale i tre punti dovevano essere molto più di un’opzione. Eppure, sul campo, almeno nel primo tempo, non si è percepita superiorità da parte dei granata. Ma se il Monza lotta per salvarsi, il Torino, invece, non può permettersi di considerare la salvezza un obiettivo. Serve un cambiamento, immediato e netto. Se c’è qualcosa da salvare della partita contro i brianzoli, si tratta degli ultimi venti minuti, a partire dal 71’. È lì che il Toro ha lasciato intravedere qualcosa di diverso. Vediamo il perché.

Ingresso in campo di Njie e cambio modulo

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Se il primo tempo è stato povero di emozioni e privo di idee, con appena due occasioni per i granata, nella ripresa il Torino ha mostrato una maggiore volontà di gestire il pallone. Al 60’, Lazaro ha pescato la testa di Masina, bravo a insaccare il gol dell’1-0. Ma il vantaggio è durato poco perché il Monza ha riportato i conti in parità dopo appena 4’.

A quel punto, Nesta ha deciso di giocarsi la carta Vignato, subentrante a Maldini, e al 71’ Vanoli ha risposto con un doppio cambio: dentro Njie e Vojvoda al posto di Vlasic e Lazaro. Questi hanno segnato il passaggio dal 3-5-2, modulo di partenza sin qui sempre prediletto, ad un 3-4-3, già utilizzato a partita in corso da Paolo Vanoli. Era successo, ad esempio, in Coppa Italia contro il Cosenza, quando Karamoh era entrato all’82’ al posto di Ilic, o contro l’Empoli, con l’inserimento di Zapata nell’intervallo, o ancora in campionato contro il Venezia. Gli ingressi di Njie e Vojvoda hanno riorganizzato la squadra: difesa a tre con Walukiewicz, Coco e Masina; centrocampo a quattro con Vojvoda come mezzala sinistra, Ricci e Gineitis al centro, e Pedersen sulla destra. In avanti, un tridente con Adams, Sanabria e Njie, quest’ultimo posizionato nella sua zona naturale di esterno sinistro, dove in Primavera ha mostrato lampi interessanti. In 44 presenze da quella posizione, lo svedese ha realizzato 4 gol e 6 assist. Vanoli, nel post-partita, ha commentato così questa conformazione offensiva: “Volevo forzare di più la partita. Njie è un giocatore importante nell’uno contro uno, e ci ha dato una grossa mano”.

I vantaggi di un possibile 3-4-3

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Un cambio di modulo potrebbe non solo rappresentare una svolta tattica, ma anche un segnale chiaro: la volontà di invertire la rotta. Sul piano tecnico, i benefici sarebbero evidenti. Ricci e Gineitis, per esempio, hanno dimostrato di saper dialogare bene nel cuore del centrocampo granata. Ma non solo: contro il Monza, è stato evidente come la squadra abbia cambiato marcia dopo l’ingresso di Njie, autore delle due migliori occasioni su azione manovrata.

Il classe 2005 sembra essere ormai un elemento imprescindibile per questo Torino e le sue caratteristiche sono uniche all’interno della rosa: salta l’uomo con disinvoltura, offre imprevedibilità, abbina corsa a tecnica, ha spensieratezza, fame di gol e, anche mentalmente, la crescita appare evidente.

Vanoli ha già dimostrato, soprattutto nel suo passato al Venezia, di saper modificare i propri piani tattici all’occorrenza. L’ultima volta che ha schierato un 3-4-3 dal primo minuto risale alla sua esperienza con lo Spartak Mosca, più di due anni emmezzo fa, in una sfida contro l’Hamki. Finora, con il Torino, ha utilizzato questo schema solo in situazioni di emergenza, per inseguire il risultato. Ma chissà che non sia arrivato il momento di riproporlo dall’inizio. E quale occasione migliore della prossima partita contro il Napoli? Una sfida impegnativa, certo, ma che potrebbe rappresentare l’opportunità ideale per provare a cambiare il corso della stagione… Almeno dal punto di vista tattico.

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