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Sinisa Mihajlovic è stato molto chiaro nella conferenza stampa pre-partita di ieri, non lasciando spazio a equivoci. L’allenatore del Toro, protagonista di un incontro con i giornalisti ricco di spunti, ha infatti manifestato la sua delusione per alcuni giocatori che, pur avendo avuto la possibilità di giocare, non sono riusciti a emergere, specialmente dal punto di vista dell’approccio e dell’atteggiamento. Sul banco degli imputati non solo Maxi Lopez e Martinez ma anche Obi, Acquah e Boye. “Tutti hanno parlato del fatto che nei primi tempi il Torino è primo in classifica - ha detto il mister - Ma il calcio si gioca per 95 minuti. Nei secondi tempi devi cambiare, anche per infortuni e per stanchezza. E sicuramente i nostri cambi non si sono rivelati all’altezza”. Il tecnico serbo ha poi continuato: “A nessuno viene negata l’opportunità ma non tutti l’hanno sfruttata come avrebbero dovuto. Quando la Juventus inserisce Dybala dalla panchina non perde qualità, forse la acquista. Lo stesso la Roma con Totti. Da noi invece non succede così. Questo è quello che ha detto il campionato e questo è quello che abbiamo capito in questi mesi”. Segnali chiari e riferimenti al mercato di Gennaio nemmeno troppo velati. Mercato di gennaio che, su richiesta del tecnico granata, vedrà la società attiva sin dai primi giorni.
SUL MERCATO – “Mancano due partite e poi c’è la sosta. Analizzando quanto successo, è così. Sono i giocatori che devono dimostrare che al Torino non servono rinforzi. Ma abbiamo giocato tante partite e abbiamo tratto delle conseguenze. Dobbiamo sicuramente intervenire sul mercato. Cercheremo di farlo, facendo il massimo possibile come questa società ha sempre fatto”.
LA RISPOSTA A CAIRO –“Rifarei le stesse mosse, prima e durante la gara. Perchè le mie scelte sono fatte sempre per vincere. Questa è la mia mentalità e il Toro deve ragionare così sempre almeno fin quando sono io l’allenatore”. Secondo Mihajlovic inoltre non è apprezzato il cambio di mentalità che il tecnico sta cercando di trasmettere al Toro e i rischi che questo può portare. La sconfitta al derby è passata ma ha lasciato strascichi evidenti. Anche il presidente Cairo, in settimana, ha lasciato intendere di non essere stato convinto dalla mossa del triplice cambio al minuto 80, con conseguente cambio modulo: “I cambi non hanno influito sul secondo gol della Juve - ha aggiunto - abbiamo preso gol trenta secondi dopo i cambi, su una situazione che siamo abituati a vivere. Higuain non era da solo, aveva un difensore davanti a sè. Poi può succedere che Higuain ti fa gol.” Tutt’altro che enigmatiche dunque le risposte del mister granata in conferenza: dimostrando ancora una volta il suo carattere forte e capace di reagire molto bene alle critiche, Mihajlovic ha fatto capire di non avere nessuna intenzione di cambiare il suo modo di intendere il calcio, neppure su "suggerimento" presidenziale.
Il derby va lasciato alle spalle e oggi pomeriggio a Napoli si giocherà ancora una volta con la sua filosofia. Che piaccia o meno è anche grazie a Mihajlovic e alle sue idee che il Torino ha totalizzato 25 punti in 16 partite e ha mostrato di potersela giocare con tutti. Il serbo, alla fine della conferenza stampa, non si è poi fatto mancare una delle sue consuete citazioni, arma che usa spesso a livello comunicativo per chiarire meglio i concetti che esprime. Questa volta il prescelto è stato Charlie Chaplin: "Chi guarda in basso non può vedere l’arcobaleno. E io voglio guardare in alto”. Con buona pace di chi pensa che, ogni tanto, un pareggio potrebbe andare bene.
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