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TURIN, ITALY - MARCH 18: Cyril Thereau of ACF Fiorentina scores his goal from the penalty spot during the serie A match between Torino FC and ACF Fiorentina at Stadio Olimpico di Torino on March 18, 2018 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Quando la tecnologia è stata introdotta nel nostro campionato, si era detto che avrebbe azzerato, o quantomeno ridotto le proteste e le discussioni sulle questioni arbitrali. Dopo più di un anno di utilizzo possiamo fermamente dire che ciò non è successo. Non (o almeno non solo) per l'abitudine tutta italiana di protestare, ma a causa di un utilizzo ancora macchinoso e di criteri poco chiari che favoriscono disparità di trattamento evidenti, siano esse volute o meno.
TORO - Sia chiaro: se il Toro ha lasciato punti per strada, deve prendersela soprattutto con sé stesso e con le sue mancanze. Ma fatta questa doverosa premessa, la società di Via dell'Arcivescovado ha più di una ragione per reclamare un trattamento migliore da parte della classe arbitrale: non un trattamento di favore, ma semplicemente equo. Nella particolare classifica sugli errori arbitrali, il Torino può annoverare un passivo di almeno 5 punti in 9 giornate, senza considerare l'espulsione mancata di Koulibaly ed il fallo non fischiato sul 2-1 del Frosinone.
FIORENTINA - Poi c'è la Fiorentina, che in questo avvio di campionato non può di certo lamentarsi degli episodi arbitrali. L'episodio chiave è quello di Inter-Fiorentina, in cui ai nerazzurri è stato assegnato un rigore per fallo di mano di Vitor Hugo. Rigore giusto, che non ha evitato le vibranti proteste di Pioli e Antognoni nel post-partita: recriminazioni che evidentemente hanno sortito effetto. Nel match successivo contro l'Atalanta è stato concesso un rigore - per usare un eufemismo - abbastanza dubbio su Chiesa, molto criticato dall'opinione pubblica per essersi lasciato andare. Il VAR non è intervenuto a correggere la decisione arbitrale e si fa fatica nel comprendere il motivo. È intervenuto invece domenica nel match contro il Cagliari, per un leggero contatto in area, sempre con Chiesa protagonista.
PRECEDENTI - Sembra che con il Torino il VAR quasi non funzioni. È difficile comprendere perché gli assistenti addetti al VAR non abbiano fatto vedere al direttore di gara la spinta in area su Izzo o quella su Falque o, ancora peggio, perché l'arbitro Valeri non ha reso possibile l'ausilio del VAR sul goal di Berenguer. La lista è lunga, i trattamenti palesemente differenti: la mente torna poi agli episodi dell'ultimo scontro diretto al Grande Torino. Due rigori concessi alla viola dopo vibranti proteste e quasi un minuto di gioco: sabato sera per la squadra arbitrale non sarà una partita semplice.
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