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di Alessandro Salvatico
Quella di ieri è stata una giornata assolutamente interlocutoria, per la situazione della panchina granata. La percentuale di probabilità di vedere Marco Giampaolo...
di Alessandro Salvatico
"Quella di ieri è stata una giornata assolutamente interlocutoria, per la situazione della panchina granata. La percentuale di probabilità di vedere Marco Giampaolo sulla panchina del Torino a partire da Luglio è in leggero calo solo nella misura in cui il tempo passa: sul mercato, si sa, ogni giorno di immobilismo rende più improbabile la chiusura positiva di un’operazione. Più improbabile, ma non impossibile, tutt’altro.
"Interlocutoria per la panchina, questa giornata, non per Cairo, che si è visto contestato dove mai avrebbe pensato. E proprio in questo sta la forza di quanto inscenato ieri da alcuni tifosi a Milano, più che nei numeri della contestazione stessa: il fatto è di per sé inaudito, ossia mai sentito, nuovo; anziché aspettare la prossima venuta del presidente in città, il presidente è stato cercato. E il messaggio, oltre a quelli scanditi e scritti (“cuntabàle”, ossia “bugiardo”, su uno striscione), è intrinsecamente anche questo: basta aspettare. Di tempo ne è stato concesso; in pratica, tutto il campionato, per il bene della squadra. Non è bastato ad evitare il peggio.
"Se Cairo non aveva “mai parlato” con Delio Rossi, per ammissione dello stesso ex-allenatore della Lazio, stavolta l’errore del presidente è stato quello di non rivolgersi al patron senese, Giovanni Lombardi Stronati, irritandolo. Sono errori, questi del numero uno granata nel rapportarsi con i colleghi del mondo pallonaro, che il Torino paga. Come già avvenuto con Preziosi a Gennaio nell’affare-Gasbarroni, che potrebbe aver avuto riflessi perfino nella decisiva sconfitta contro i rossoblù, alla penultima. E pensare che, quando c’è da portare avanti una trattativa, l’editore ci sa fare: sarà perché è il suo campo, la comunicazione, fatto sta che, nel caso specifico, Giampaolo è uscito affascinato dall’incontro avvenuto con Cairo.
"Affascinato al punto da lasciarsi andare a dichiarazioni d’amore verso il granata, sua unica meta, la sola possibilità che tenga in conto per il suo 2009/2010. Allenatore convinto, presidente (senese) un po’ meno. L’avvocato Lombardi Stronati, proprio perché non interpellato da Cairo, si è piccato e sta cercando di mettere i bastoni fra le ruote alla carrozza che dovrebbe portare Giampaolo a Torino: “C’è un contratto fino al 2010, per me è valido, anzi vorrei discutere un prolungamento”, dice. Ma da più parti lo consigliano a mollare la presa, a rendersi conto che non si può lavorare con chi pensa che la sua esperienza toscana sia “definitivamente chiusa, senza una sola ragione per continuarla”. E poi, anche lui lo sa: il mister è uomo forte come pochi, disposto a restare fermo pur di non piegarsi. L'ha già fatto a suo tempo a Cagliari, quando, richiamato da Cellino, rispose all'opposto di quanto fatto da De Biasi con Cairo.
"Giampaolo avrebbe voluto partire per le vacanze, questa sera, come allenatore del Torino. C’è ancora qualche ora di tempo perché ciò avvenga, e l’ostruzionismo del presidente senese sta per esaurirsi (il successore, Cappellacci, è pronto). Emergono nel frattempo altri nomi, come quello di Colomba (che sulla panchina dell’Ascoli dovrebbe essere sostituito proprio da quel Lerda da alcuni accostato a Cairo), ma non c’è nulla di concreto. Il Toro vuole Giampaolo, l’intenzione è ricambiata. Non giungere al matrimonio a fronte di tanto reciproco amore sarebbe assurdo, anche per una casa, come quella granata, abituata a situazioni al limite dell’incredibile.
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