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Diego Laxalt è stato, insieme a Simone Verdi, l’ultimo arrivato nel corso dell’estate. Ha collezionato fin qui sei presenze in maglia granata, soltanto tre da titolare: Napoli, Udinese e Lazio. In quelle tre partite il Torino ha portato a casa appena un punto. Tuttavia, il suo impatto al “Rigamonti” di Brescia prima della sosta per le Nazionali è stato notevole in un ruolo inedito per lui, ovvero la mezz’ala. Nei 23 minuti contro la squadra di Fabio Grosso ha anche sfornato un assist, il suo primo da quando è approdato a Torino.
POCO OFFENSIVO - Laxalt è un giocatore molto duttile sulla sinistra e proprio tale aspetto alla lunga potrebbe permettergli di scalare posizioni nelle gerarchie di Walter Mazzarri. I suoi dati, però, dimostrano che può e deve crescere. In primo luogo nei 374 minuti fin qui disputati in Serie A ha tirato e ha crossato poco. Il numero di conclusioni a gara è dello 0.2, mentre il numero di traversoni è addirittura dello 0.1. Il sudamericano dovrebbe avere una maggiore predisposizione alla fase offensiva e invece nelle prime uscite in granata si è fatto vedere poco in attacco, tanto che effettua 0.3 dribbling a match.
DISCRETA PRECISIONE - Laxalt effettua in media 17.6 passaggi a gara e la precisione sfiora il 78%. Anche in questo caso, però, si potrebbe fare di meglio (ad esempio Rincon ha una percentuale dell’86,2%), soprattutto perché soltanto 0.8 passaggi sono a lunga gittata. Le palle perse a gara, comunque, sono solo 0.9, mentre quelle spazzate in avanti 1.4. Gli indicatori, dunque, evidenziano che Laxalt ha ampi margini di miglioramento. Giocare con continuità potrebbe aiutarlo, ma prima dovrà ripetere quanto fatto a Brescia, mettendo in vetrina i colpi del suo repertorio.
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