Arrivato al Torino negli ultimi giorni del mercato estivo, con l’arduo compito di sostituire Raoul Bellanova, passato all'Atalanta, Marcus Pedersen ha incontrato non poche difficoltà nell’inserirsi nei meccanismi di gioco di mister Vanoli. L’esterno norvegese non è ancora diventato una pedina fondamentale nello scacchiere granata, ma è stato schierato dal primo minuto in partite significative contro squadre come Lecce, Empoli, Inter, Fiorentina e Juventus. Solo tre volte è rimasto in panchina, nelle sfide contro Atalanta, Verona e Como, mentre ha collezionato 29 minuti al debutto con il Venezia, 45 minuti contro la Lazio e 32 contro la Roma. L'unica gara saltata è stata quella contro il Cagliari a causa di un virus influenzale. Analizziamo ora la stagione dell'ex Sassuolo, dati alla mano, in questo nuovo appuntamento di "Toro in numeri".
FOCUS
Toro in numeri, Pedersen: serve più precisione dietro e incisività davanti
Il confronto con Bellanova: una distanza evidente
—Uno dei principali punti di forza di Bellanova, che lo rendeva uno dei migliori nel suo ruolo, era la capacità di coprire entrambe le fasi di gioco, garantendo solidità in difesa e spinta offensiva. Questa versatilità permetteva ai granata di recuperare numerosi palloni e ripartire velocemente, un aspetto cruciale nel gioco di Juric la scorsa stagione. Al momento, Pedersen non è riuscito a eguagliare il rendimento del suo predecessore. Dopo 7 presenze in Serie A, per un totale di 404 minuti giocati, il norvegese ha all'attivo solo 3 palloni rubati, a fronte dei 13 di Bellanova con l'Atalanta. Inoltre, non ha ancora effettuato nessun intercetto, un segnale di scarsa incisività e attenzione in fase difensiva secondo i dati forniti da Kickest.
Fase offensiva sottotono: Pedersen può migliorare
—In fase offensiva, il confronto con Bellanova è ancora più marcato. Pedersen non ha ancora registrato alcun assist, totalizzando solo 4 passaggi chiave e 73 passaggi completati, con una percentuale di successo del 74%. Tra i 21 cross tentati, solo 6 sono andati a buon fine, un dato che indica la necessità di migliorare la precisione dei suoi traversoni. Va detto, però, che nelle ultime partite si sono notati segni di progresso. Pedersen è apparso più incisivo e propositivo rispetto alle prime uscite stagionali, mostrando una crescita che lascia intravedere margini di miglioramento. Resta ancora molto lavoro da fare per riportare la fascia destra ai livelli della scorsa stagione, quando da quella zona di campo provenivano la maggior parte degli assist e dei passaggi chiave del Torino. Se il norvegese riuscirà a trovare continuità e fiducia, potrebbe diventare un elemento chiave per uscire da questo momento complicato del Torino nel quale vengono commessi molti errori, soprattutto nel reparto arretrato.
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