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Si entra nella settimana che precede il confronto tra Torino e Inter, due squadre in cerca di una svolta e di un'identità precisa. Se l’Inter dopo un promettente inizio di campionato si è dovuta guardare allo specchio dopo l’ultima batosta subita, il Toro non gli è da meno visto che anche se è di un pareggio con la Sampdoria che si parla, sempre batosta è, visto come si è sprecata l’ennesima occasione per fare i tre punti.
Al di là di ciò le due squadre hanno comunque dato segnali importanti ai propri sostenitori viste le rispettive posizioni in classifica. La sfida potrebbe apparire impari se si analizza l’organico delle due squadre ma spesso a fare la differenza in campo sono le motivazioni. Chi avrà più voglia di vincere farà sua la partita.
L’Inter che affronterà il Toro non potrà disporre di Milito (sicuramente) ed Alvarez (problema alla caviglia, potrebbe recuperare), ma i granata saranno senza Rodriguez, Bovo e Glik, ovvero i tre centrali che con Moretti formano il reparto difensivo. E’ ovvio che mister Ventura scalerà Darmian sulla linea di Moretti mentre centralmente potrebbe essere schierato Vives a meno che Maksimovic tolga ogni dubbio all’allenatore e conquisti la titolarità contro i nerazzurri.
Con Vives centrale di difesa, è chiaro a tutti che i rischi di ecatombe possono esserci ma il napoletano ha professionalità ed esperienza e si spera possa far bene anche in quel ruolo.
Con Vives a comandare la linea difensiva granata, il centrocampo del Toro potrebbe essere rivoluzionato con un duo di mediani formato da Basha e Brighi aiutati ai lati da Pasquale a sinistra e da D’Ambrosio a destra. E’ chiaro che i due esterni nella fase di difesa andranno a comporre poi una retroguardia a cinque.
Con l’Inter votata all’attacco le ripartenze granata potrebbero essere letali, ecco perché in avanti un triunvirato formato da Immobile a sinistra, Barreto o Meggiorini centravanti e Cerci sulla destra sarebbe utile per gonfiare la rete avversaria. E’ noto che quando il Toro si schiera a tre in attacco (vedi ultimi 20 minuti contro la Juventus e oltre mezz’ora del secondo tempo contro la Sampdoria) diventa pericoloso e sa essere anche efficace sottoporta.
Immobile, che dispone di grande tecnica e volontà, non può essere abbandonato a sè stesso in area ma ha bisogno di un compagno di reparto e questo compagno non può essere Cerci, visto che l’ala granata ha libertà di svariare sul fronte d’attacco uma diventa devastante solo qando parte da dietro e non con le spalle alla porta come spesso è accaduto.
Oggi il Toro è alla ricerca di una sua identità precisa che non può essere quella vista contro la Sampdoria o contro la Juventus. Mister Ventura sta lavorando bene ma occorre che vengano corrette alcune lacune sia in fase offensiva (con i soli Immobile e Cerci in avanti l’attacco appare insufficiente) che nella fase difensiva (bisogna imparare a gestire meglio la palla nei minuti finali senza farsi prendere dalla paura di vincere).
Gino Strippoli
(foto Dreosti)
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