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Toro, la linea verde che fa sognare i tifosi granata

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C'è finalmente una linea verde che fa sognare i tifosi granata. La Società del Torino ha ingranato la marcia giusta da due stagioni a questa parte portando all'ombra di Superga un nugolo di giovani speranze per il calcio torinista. A...
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

C'è finalmente una linea verde che fa sognare i tifosi granata. La Società del Torino ha ingranato la marcia giusta da due stagioni a questa parte portando all'ombra di Superga un nugolo di giovani speranze per il calcio torinista. A dir il vero la politica sui giovani, non semplice da fare quando si parte da zero (vedi fallimento) era stata iniziata bene, ma giustamente sottovoce, dal duo Benedetti-Comi. Tant’è che oggi i frutti si vedono con le squadre degli Allievi e dei Primavera, frutto di quelle scelte, che primeggiano con le più forti compagini nei rispettivi campionati attraverso ragazzi come Parigini, Lentini, Aramu, Gomis, Coccolo, Gatto cresciuti nel vivaio. Poi la svolta negli ultimi anni con Petrachi che ha portato un ragazzo di nome Danilo D’Ambrosio, maturato grazie alla cura Ventura, ormai pronto per vestire anche la nazionale maggiore, senza dimenticare  Stevanovic, croce e delizia ma dalle enormi potenzialità ancora inespresse, fino ad arrivare agli ultimi acquisti negli ultimi anni che rispondono ai nomi di Darmian, Glik, Diop, Menga, Bakic, Kabasele, Gyasi, Sparacello, Verdi, Fiamozzi. Giovani che sono già il futuro del Toro. Venerdì scorso il duo Diop – Menga a Cremona ha infiammato i tifosi accorsi a festeggiare insieme alla Cremonese i 110 anni della squadra grigiorossa. Il senegalese vera forza della natura, voglioso di esplodere la sua potenza in campo, ha segnato un bellissimo gol di sinistro mentre il belga-angolese Dolly Menga ha confermato tutte le sue qualità di esterno alto dalla supervelocità, capace di ribaltamenti di fronte immediati e dal dribbling secco, tant’è che la vittoria granata è nata da una sua incursione in area che ha provocato il rigore trasformato da Meggiorini. Ma non solo i granata che vestono adesso il granata sono il futuro infatti come succedeva negli anni d’oro del vivaio il Toro ha molti giovani  in giro per l’Italia a giocare, a farsi le cosiddette ossa, e maturare per poi eventualmente rientrare alla base o comunque essere alla base per trattative di scambio. Insomma quello che succedeva un tempo quando Cravero veniva spedito a Cesena, Ferri a Reggio Calabria e Dossena  a Bologna. Tre tipici esempi ma erano molti i ragazzi che girovagavano per la penisola prima di rientrare  alla base. Adesso il Torino ha Suciu e Verdi a Castellamare nella Juve Stabia, Lys Gomys che si è già distinto ad Ascoli, Chiosa che sta facendo molto bene a Nocera così come Migliorini vero baluardo della difesa comasca, Fiamozzi a Varese, senza dimenticare Filippo Scaglia a Cuneo e Alessio Vita nel Monza che ben si stanno distinguendo. Questa è la giusta semina che la società granata sta facendo per poi raccogliere i frutti buoni e maturi. Bisogna solo dar tempo alla maturazione di ognuno anche perché non sempre i tempi sono quelli desiderati. L’esplosione o meno di un giovane non corrisponde necessariamente alla tempistica che ha in testa un tifoso un procuratore o un allenatore. Ci sono giovani che soffrono il primo periodo professionistico per poi esplodere al momento giusto. Un esempio tipico è l’ex granata Christian Vieri, primavera di belle speranze, mandato a Pisa dove collezionò solo 18 presenze con due soli gol per poi ingranare nella seconda stagione in serie b a Ravenna con 38 presenze e 12 gol. Il seguito della sua carriera lo conosciamo tutti! Che dire di Sergio Pellissier, granata dal 1996 al 1998 con una sola presenza, poi mandato prima a Varese (52 presenze e 9 gol) e poi a Ferrara nella Spal (44 presenze e 17 gol) per poi affermarsi definitivamente a Verona dove gioca tutt’ora collezionando oltre 350 presenze con oltre cento gol. Quindi i giovani devono essere aspettati e l’esempio più tipico lo abbiamo in casa nostra in questo Toro: D’Ambrosio prima dell’avvento di Ventura era considerato da tutti, e dico tutti me compreso, un giocatore da serie C invece adesso è un idolo quasi da Nazionale. Questo per far capire che così come per D’Ambrosio anche Stevanovic che ha immense potenzialità è un ragazzo da aspettare!    Gino Strippoli (foto M.Dreosti)