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Tra desaparecidos e parti mancanti, l’attacco del Toro è molto più di un rebus. E con il ciclo che attende il Toro da qui alle prossime tre settimane ci sarà molto di cui riflettere da oggi...
Tra desaparecidos e parti mancanti, l’attacco del Toro è molto più di un rebus. E con il ciclo che attende il Toro da qui alle prossime tre settimane ci sarà molto di cui riflettere da oggi pomeriggio alla Sisport con molti pezzi da mettere insieme.DAVANTI IL VUOTO - Al di là del recupero di Meggiorini che, qualunque cosa pensino i suoi detrattori resta al momento un’opzione nel mazzo di Ventura, la partita di ieri sera ha detto che il reale problema di questo Toro e non da oggi è la sterilità in avanti. Perché se è vero che manca chi detta i tempi ed è una ferita aperta sin dal mercato estivo, lo è soprattutto il fatto che dalla cintola in su è una tragedia, sportivamente parlando.
ROLANDO O DIOP? - Bianchi in questo momento lo si ama o lo so odia. Ma non possiamo disconoscere il fatto che sui piedi di Cavani e Milito capitano anche cinque o sei occasioni buone in una partita mentre su quelli del capitano a dir bene sono un paio e tutte comunque lontano dalla porta. Dovendosi sfiancare anche nel lavoro di reggere il peso dell’attacco, con uno Sgrigna assolutamente impalpabile, logico che i risultati siano questi. Una soluzione resta Sansone, ieri sera tenuto per il finale. L’altra è ovviamente dare spazio e fiducia a Diop, che pure ha mostrato cose interessanti ma che rischia di pagare i suoi 19 anni e un’esuberanza che non sempre riesce a tenere a bada, per quanto sia una dote e non un peccato.
FASCE SFASCIATE - Quel che più viene a mancare ora però è il supporto delle fasce da sempre punto di forza del gioco venturiano e oggi suo tallone d’Achille. Cerci è spento, assolutamente inutile se non a se stesso, mentre Santana dall’altra parte si è dovuto sacrificare anche in copertura. E poi c’è Stevanovic che ormai sta diventando un caso, c’è Verdi che non convince mai ancorché il minutaggio sia essenziale, c’è Birsa che è solo l’uomo delle emergenze. Come a dire che c’è tutto ma in realtà nulla anche se la soluzione va trovata in casa. Almeno fino a gennaio.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
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