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Paolo Di Sarno ormai conosce il Torino come le sue tasche. Anche se intorno gli allenatori cambiano, lui resta sempre a gestire i portieri granata e, nonostante i tanti gol subiti nell’ultima stagione, il suo lavoro si è rivelato negli anni veramente prezioso. La seconda giovinezza calcistica di Salvatore Sirigu n’è la testimonianza più evidente. Di Sarno farà parte anche dello staff di Marco Giampaolo e l’unico altro confermato è stato il preparatore atletico Paolo Solustri. Entrambi condividono un lungo percorso nella Prima Squadra del Torino (iniziato per Di Sarno nel 2015 con Gian Piero Ventura in panchina), ma per Di Sarno l’esperienza in granata è stata arricchita da svariati anni nel settore giovanile (ingaggiato a partire dal 2007).
LAVORO DI SQUADRA - Di Sarno è stato capace nell’ultima stagione di costruire un’equipe di portieri molto compatta. Ciò ha permesso a Sirigu di esprimersi al meglio, confermandosi uno tra i migliori estremi difensori della Serie A. L’intelligenza di Antonio Rosati e di Samir Ujkani ha aiutato il gruppo, ma da non sottovalutare anche la gestione di Di Sarno, bravo a far rispettare le gerarchie e poi a dare un’opportunità in ultimo sia a Rosati che a Ujkani, premiandoli per il loro comportamento da comprimari ineccepibili.
CARRIERA - Il feeling tra il Torino e Di Sarno d’altronde nasce in tempi non sospetti. Quando era portiere, infatti, Di Sarno iniziò la propria carriera in granata senza però mai esordire. Tra il 1986 e il 1989 qualche panchina nella Prima Squadra granata ma mai nessun minuto. Alla fine, tradotta in numeri la sua carriera dice: 101 apparizioni in Serie B, 31 in Serie A, 97 in Serie C; 68 presenze con la Pro Patria, 65 con la Lucchese, 36 con il Brescia e 31 con l’Udinese. Dopo aver appeso i guanti al chiodo, Di Sarno ha iniziato immediatamente ad insegnare ai più giovani il duro mestiere del portiere. Ha ritrovato il Toro sulla propria strada e non l’ha ancora abbandonato, nemmeno dopo questo nuovo ribaltone tecnico.
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