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Toro News, arriva la Lavagna Tattica

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All’anagrafe fa Raffaello, ma per tutti è Lello. Lello Vernacchia, ex torinista che i meno giovani ricorderanno bene visto che ha vestito questa maglia nella stagione ’73-’74 proveniente dall’Atalanta  anche se...
Federico Danesi

All’anagrafe fa Raffaello, ma per tutti è Lello. Lello Vernacchia, ex torinista che i meno giovani ricorderanno bene visto che ha vestito questa maglia nella stagione ’73-’74 proveniente dall’Atalanta  anche se la sua avventura è durata solo una stagione. Ma da questa settimana ogni venerdì tornerà ad occuparsi di Toro con una rubrica fissa sulle pagine del nostro sito presentando la Lavagna Tattica della partita che attende la squadra di Ventura nel weekend. Lo farà dall’alto di un’esperienza accumulata come allenatore negli ultimi 25 anni, anche per offrire un servizio diverso ai lettori.AMMIRO VENTURA- ‘Non voglio sostituirmi a Ventura, fa egregiamente il suo mestiere e soprattutto è uno degli allenatori che stimo di più in Italia, sia per un fattore anagrafico che per come mette in campo le sue squadre. Io prediligo giocare con un 4-2-3-1 nel quale il fantasista non manca mai, lui ama il 4-2-4 o 4-4-2 con le ali che spingono a mille, ma la sostanza cambia poco: fa spettacolo e ottiene risultati’. Intanto ha visto il Toro a Siena e contro il Pescara: ‘La seconda partita fa testo fino ad un certo punto, ma già nella prima mezz’ora Bianchi e compagni avevano messo sotto il Pescara che comunque è decisamente un gradino sotto. Le basi per fare bene ci sono tutte perché è stata mantenuta l’ossatura dello scorso anno e sono arrivati giocatori a lui cari come Cerci, uno che può fare la differenza’.OCCASIONE PERDUTA – Ma la mente va anche a quella che è stata la sua esperienza quasi quarant’anni fa: ‘Il mio unico rimpianto è stato quello di essermi arreso in fretta. Arrivavo da 27 presenze con l’Atalanta e con i miei 22 anni, pensavo di spaccare il mondo. Invece avevo davanti Claudio Sala e obiettivamente non potevo chiedere di più, avrei dovuto avere più pazienza perché comunque potevo giocare anche come trequartista, spostarmi di fascia, insomma trovare lo spazio. Invece a fine stagione ho preferito andare via e me ne sono pentito, quello era il Toro degli albori scudetto, un ambiente perfetto come stadio, come tifo, come atmosfera che si respirava al Filadelfia’. Lui comunque era in campo in quel Toro-Inter finito 2-2: ‘Classica gara da Toro, con loro avanti una prima volta e poi raggiunti da Pulici. Poi ancora sotto quando segnò Boninsegna ma poco dopo il pari di Mozzini con una deviazione. Era ancora una grande Inter, ma già un grande Toro. Una delle mie partite migliori assieme a quella di Cagliari. Tornare indietro non si può, ma il Toro lo amo ancora’.

Federico Danesi