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Sono loro le più grandi delusioni delle prime 10 partite del campionato granata. Niang e De Silvestri: i 'pupilli' di Mihajlovic, arrivati sotto la Mole su espressa richiesta del serbo, stanno fino ad oggi deludendo le aspettative. Per i due giocatori sono stati fatti investimenti importanti: trattative multimilionarie che, se sommate, compongono un investimento complessivo che rasenta i 20 milioni di euro. Il senegalese, in particolare, è stato l'acquisto più oneroso della storia del club: 15 milioni di euro versati nelle casse del Milan, con un riscontro - fin qui - non all'altezza delle aspettative.
Con la partenza di Zappacosta, invece, ci si sarebbe aspettati forse qualcosa in più da De Silvestri che, dopo un inizio promettente, è visibilmente calato sia dal punto di vista fisico che mentale; incappando nelle stesse disattenzioni dello scorso anno. Se tre indizi fanno una prova, ora i due giocatori non hanno più scusanti e dovranno giustificare, in primis alla società e al tecnico, un rendimento ben al di sotto delle attese. La pesante disfatta del Franchi, ha fatto aprire gli occhi a tutti. È vero, Niang ha un grande talento ma, almeno fino ad oggi, completamente inespresso. Non bastano un paio di lampi o una luce ad intermittenza per rendere un giocatore una stella. Forse le aspettative su di lui erano troppo alte, o forse ha ragione Mihajlovic e bisogna aspettarlo. Se così fosse, sorgerebbe un dubbio: fino a quando non diventa controproducente 'aspettare' un giocatore? La risposta è sotto gli occhi di tutti: è già successo.
A prescindere dal gol contro il Verona, che sembrava in un primo momento essere stato una sorta di liberazione per il ragazzo, dal suo arrivo a Torino, Niang non ha mai offerto quanto tifosi e società auspicavano. Specialmente dal punto di vista dell'atteggiamento: il senegalese è spesso indolente, svogliato e non mette in campo la grinta giusta. Insomma, rappresenta fedelmente il volto attuale della squadra: un ottimo collettivo tecnico, senza carattere e senza identità. Discorso leggermente diverso invece, per il terzino romano. De Silvestri infatti, ha avuto un anno in più a disposizione per adattarsi, con l'aggravante di aver già giocato - proprio come Niang - secondo i dettami tattici di Mihajlovic in passato. Proprio per questo motivo, il tecnico serbo si sarebbe aspettato qualcosa di più da loro, che invece sono tra i peggiori di questo inizio di campionato del Torino. Intanto la dirigenza, spazientita, bussa alla porta. Ora starà a Mihajlovic e ai giocatori stessi motivare l'oneroso investimento fatto per acquistarli.
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