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Verso Torino-Sassuolo / Ieri le dichiarazioni di Moretti in cui si auspicava una squadra nella quale i tifosi si riconoscano: ora serve una scossa per dimostrare che non sono solo parole
Il Toro che vorrei? Semplicemente un Toro in cui i tifosi si possano riconoscere Con queste parole, ieri, Emiliano Moretti ha dato un segnale forte dallo spogliatoio granata: la squadra deve avere la misura di quello che il Toro, ed essere del Toro, significa per Torino e i suoi tifosi.
"Le parole di Moretti suonano nuove, e non dovrebbero. Non dovrebbero perché è normale, o dovrebbe essere normale, che i tifosi di una squadra si riconoscano nella formazione del loro cuore. E' logica, il più semplice dei sillogismi. Purtroppo però, la frase del difensore, in un periodo difficile come questo, è un'autentica rosa nel deserto: l'unico segnale, seppur verbale, di vicinanza e di attaccamento ai valori granata, dopo una serie di prestazioni non all'altezza del simbolo che i giocatori indossano sul petto. La storia recente granata, infatti, non ha dato certo segnali positivi in questo senso: le ultime partite giocate dal Toro hanno evidenziato un evidente calo nella determinazione dell'undici di Ventura. E in questo, di certo, i tifosi non si possono riconoscere. Si aggiunga, poi, che un'aria di sufficienza collettiva ha invaso lo spirito di molti giocatori, che sembrano non avere la misura di quale onore sia giocare nel Toro.
"La Maratona, come simbolo del tifo granata, non può certo gradire di assistere alle gare di una squadra fiacca e senza stimoli, e a volte, pare, senza valori. Ma quali valori, di preciso? Beh, prima di tutto, il valore del non mollare mai, del proverbiale tremendismo, di chi non ha mai perso in partenza e che ce la mette tutta per ribaltare un ipotetico risultato negativo. Questo, a volte, pare sfumato: i giocatori spesso paiono privi di verve, e succubi della maggiore determinazione avversaria. La determinazione, appunto; quando s'indossa la maglia granata, questa non deve mai mancare: che gli avversari siano superiori o inferiori, i giocatori del Torino devono avere coscienza della superiorità, per così dire, spirituale che li contraddistingue dagli altri. Quella sensazione di potercela fare sempre, di speranza mai vana, quella sentimento che i tifosi infondono ai giocatori, ma che pretendono di vedere manifestarsi, nel concreto, poi in campo. E purtroppo, non sempre è stato così.
"Le parole di Moretti, però, sono di quelle che non si dimenticano, e che suonano se non come una promessa, almeno come una prova che i giocatori vogliono recuperare quei valori e concretizzarli in partita. In conclusione, voglio citare sempre Moretti, interrogato su quale fosse la differenza tra il Toro e le altre squadre: Cosa c'è di diverso? Le sensazioni che provi scendendo in campo davanti al pubblico. Tifosi, avete visto dunque quanto valete ancora per chi indossa quella maglia? Non smettiamo di sostenerli, ma non accontentiamoci mai, perché si possa finalmente gioire, prima che per un risultato positivo, nel riconoscersi nuovamente negli immortali valori granata.
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