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Toro, oggi sei in difficoltà. Ma il confronto con la scorsa stagione incoraggia

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Il Torino di Juric non vince da un mese (1-2 contro la Sampdoria a Genova) e si ritrova a metà classifica. L’anno scorso i granata, guidati da Nicola, erano terzultimi, due punti sotto il Cagliari e uno sopra il Parma.

Redazione Toro News

È innegabile che il Toro stia vivendo un momento di crisi, ma per attribuire ad esso la giusta dimensione occorre fare un paragone con il recente passato. Il club piemontese viene da due salvezze consecutive, raggiunte nelle ultime giornate di campionato, dopo aver cambiato l’allenatore a stagione in corso. Prima Longo dovette subentrare a Mazzarri, rimanendo in Serie A in seguito ad un girone di ritorno tribolatissimo, quasi totalmente in piena estate, con le decisive vittorie contro Genoa e Brescia. Poi, Nicola prese il posto di Giampaolo, che era venuto in città per portare il bel gioco, ma che si ritrovò nei bassifondi della classifica con una squadra quasi allo sbaraglio.

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L’ex giocatore granata, ora mister della Salernitana, riuscì a ricompattare l’ambiente e a compiere un vero e proprio miracolo sportivo, regalando un’altra salvezza ai granata, nonostante gli scivoloni finali con Milan e Spezia. Alla ventisettesima giornata del 2020-21 il Toro veniva sconfitto in casa dall’Inter, futuro campione d’Italia, e si trovava in una zona caldissima della classifica con appena venti punti. È necessario, però, sottolineare che aveva giocato due partite in meno a causa del covid (con il Sassuolo, poi vinta 3-2, e uno 0-0 con la Lazio, decisivo per la permanenza nella massima serie). Oggi i granata hanno trentatré punti con un match rinviato, quello in calendario all’Epifania contro l’Atalanta. Dunque facendo un paragone a parità di partite giocate – 26 - Juric sarebbe lo stesso in vantaggio di dieci punti. Dati alla mano, il Toro di quest’anno è nettamente migliore.

IL PROGETTO DI JURIC - Il mister croato quest’estate ha firmato un triennale a due milioni di euro a stagione. Il suo stipendio è raddoppiato rispetto a quello percepito in Veneto. La società ha voluto puntare su di lui per un progetto a lungo termine, facendo un investimento notevole. Inoltre, dopo la salvezza, Nicola sarebbe stato il candidato preferito dai tifosi, ma la voglia di cambiamento dopo un periodo così complicato ha spinto il club a puntare sul croato. A parte questo ultimo mese e qualche inciampo, come a Firenze e a La Spezia, il Toro ha fatto un salto di qualità nel gioco rispetto alle stagioni precedenti. Brekalo, Pjaca e Praet (quest’ultimo oggi infortunato) si sono dimostrati dei giusti innesti. Singo, insieme ad un ritrovato Vojvoda, è stato protagonista di scorribande sulle fasce che hanno messo in difficoltà molti esterni avversari. La difesa è stata ben impostata (l’anno scorso alla ventisettesima giornata il Torino aveva subito quarantasette reti, con la gestione Juric appena ventotto), ponendo al centro del progetto Bremer. Al brasiliano è stata data fiducia e responsabilità e lui ha ripagato con prestazioni di altissimo livello, condite da anticipi e marcature strettissime. Juric ha inoltre saputo rilanciare Djidji e Rodriguez, irriconoscibili nei campionati precedenti. Il centrocampo, guidato da Mandragora, Pobega e Lukic, ha dimostrato di essere un buon collante. Infine Sanabria ha sostituito egregiamente il capitano, tornato recentemente con due reti (più una in fuorigioco) in tre partite.

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PROSPETTIVE FUTURE - All’Olimpico “Grande Torino” i granata hanno saputo fare punti e bel gioco, accusando un calo solo nelle ultime due settimane. A questo punto del campionato l’anno scorso il Toro, invece, non aveva mai vinto in casa. La squadra di Juric probabilmente ha già lasciato intravedere un calcio divertente con ampi margini di miglioramento. Nella parte finale della stagione i granata potrebbero provare giocatori e schemi nuovi in preparazione della prossima. Il Torino, insieme alla Fiorentina, è il club che ha fatto più punti rispetto al 2020-21. Questo è un chiaro indicatore del buon lavoro fatto finora, che sarà sicuramente una buona base per il progetto degli anni futuri. Ma al tempo stesso il bilancio finale non dovrà essere macchiato da un finale di campionato non all’altezza.