Parallelamente all’evoluzione del calciatore si è accompagnata anche la crescita del giovane Alberto, affidabile tra i pali, sempre presente sui banchi di scuola. Si può studiare anche facendo un’attività sportiva di livello? "Certamente, io mi ricordo ancora quando mi veniva a prendere il pulmino fuori di scuola, a mangiare le "schiscette" in viaggio sempre di corsa, a studiare la sera tardi quando si ritornava dagli allenamenti perché il traffico di Milano ogni giorno era importante, quindi bisognava fare diverse tappe a lasciare tutti a casa. Io ero il primo e tornavo a casa per ultimo, però è una cosa che mi ha formato sia a livello caratteriale, il fatto di sapere che nonostante si finiva l’allenamento, dovevi tornare a casa e metterti a studiare, mi ha dato tanto, perché alla fine è quello che facciamo adesso tutti i giorni. Il lavoro del calciatore non finisce quando finisce l’allenamento perché dobbiamo comunque curare noi stessi e la vita privata".
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Cosa ti ha insegnato il liceo scientifico tecnologico? "Mi ha dato sicuramente tanta apertura. Non ho scelto lo scientifico classico perché odiavo il latino quindi ho preso questa scappatoia (ride ndr), però mi ha permesso di avere una base di studi per poi affrontare l’università. Ho scelto Scienze Motorie proprio per quello che poi facevo in campo. Sapere le cose che mi proponevano i miei allenatori, e avere questa conoscenza mi ha aiutato anche in campo. Sicuramente per fare questo sport è una cosa importante avere delle basi dell’attività fisica".
Parlando di università, si arriva alla tua tesi, anche questo uno studio sul campo…"Con l’università ho chiaramente apprezzato materie pratiche, ma comunque materie anche un pochino più teoriche sotto gli aspetti del marketing. È una cosa oggi abbastanza importante nelle società sportive di alto livello, quindi feci una tesi su usi e consumi dei giocatori di serie b analizzando le varie differenze dei calciatori rispetto alla persona che non pratica sport e analizzando usi e consumi ho valutato quello sono i beni essenziali che potevano essere uguali per tutta la popolazione e le cose che invece il calciatore preferisce avere, vuole mostrarsi un pochino di più ed è una cosa che invece io e Antonio e altri della squadra non facciamo particolarmente".
Sport e studio sono binari paralleli che hanno accompagnato la tua carriera. Dopo la laurea, ecco i corsi di inglese… "Ho fatto tante cose: un Master in Sport and Business, corsi di inglese, perché ho sempre avuto il pallino di giocare all’estero e parlare nello spogliatoio con tanti diversi atleti. Oggi abbiamo 17/18 ragazzi stranieri, con qualcuno parliamo inglese, con qualcun altro spagnolo. È una cosa che al giorno d’oggi è necessaria per riuscire ad essere ben integrato".
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