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Toro: per una volta, i tuoi tifosi ti dicono grazie

Gianluca Sartori

Editoriale / Il principale significato della vittoria è stato onorare la memoria di Mondonico. E lo 0-4 di Cagliari, forse, aumenta il rammarico

"Bello, lo 0-4 di Cagliari, per i tifosi del Torino. Non per motivi di classifica: l'Europa resta lontana, con l'Atalanta che fa restare a otto punti di distanza l'asticella del settimo posto. E i tre punti di ieri non bastano per far cambiare il giudizio sulla stagione, che resta ad oggi deludente, sotto le aspettative, anonima. Peraltro non si può parlare nemmeno stavolta di novanta minuti convincenti nella loro interezza e sotto tutti i punti di vista, poichè nel primo tempo si era visto un Toro avvolto dai timori e dalla confusione, sulla falsariga di quanto successo nelle precedenti quattro sconfitte consecutive.

"Ma per una volta in questa stagione i tifosi granata dicono grazie al Toro. La giornata di ieri, quella dell'ultimo saluto ad Emiliano Mondonico, era una delle più tristi degli ultimi anni, per il mondo granata. Se n'è andato un pezzo di Toro, il mister di Rivolta d'Adda, che ha terminato la sua esistenza terrena per restare idealizzazione dell'essere granata e dell'appartenenza a questo club, collocandosi nel pantheon del Torino insieme ai Ferrini, ai Mazzola, ai Meroni, ai Pianelli. Un risultato negativo della squadra di Mazzarri avrebbe reso il sabato ancora più tetro e difficile da digerire. Invece è arrivata una bella vittoria: onorare Mondonico, per molti tifosi, ieri contava più di ogni altra cosa.

Sullo sfondo restano tutti i temi offerti dalla partita della Sardegna Arena. L'importanza di Ljajic in questo Toro e la sua compatibilità con gli equilibri che Mazzarri va predicando; il decimo gol stagione di Falque, esterno che segna come un centravanti; la parata decisiva di Sirigu, il quinto gol di Obi, l'esordio di Bonifazi, l'infortunio di Nkoulou, il cambio di modulo, la prestazione di Belotti. Prima, per il club e per i tifosi, era essenziale onorare Mondonico e alzare con lui, tutti insieme, l'ultima sedia.