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"Il risultato dell'andata, tra Cagliari e Torino, deve dire più di qualcosa ai granata, su come si battono i sardi: il 5-1 rifilato a novembre da Benassi e compagni, infatti, è indicativo rispetto a quanto la difesa di Rastelli sia tutto meno che imbattibile, soprattutto se presa in velocità.
"A dire il vero, la fase difensiva del Cagliari appare carente da tutti i punti di vista: sia in campo aperto che nelle situazioni di calcio piazzato, infatti, Bruno Alves e compagni faticano a tenere le marcature, a causa di limiti tecnici e tattici abbastanza evidenti. Il segreto - se si vuole chiamarlo così - per fare male agli isolani è quello di produrre più occasioni possibili, facendo andare in affanno una difesa dal tempo di reazione molto lento come quella rossoblù. La chiave, dunque, sarà anche e soprattutto "la quantità" di azioni offensive granata, abbinate comunque - naturalmente - alla qualità: fraseggio corto e poi lancio nello spazio la ricetta migliore per prendere controtempo i terzini, e il Toro possiede svariate soluzioni in attacco - tra ali e un centravanti tuttofare come Belotti - per dare continuità alla manovra, opprimendo la squadra di Rastelli nella propria metacampo.
"Contro una squadra come il Cagliari, dunque, sarà importante avere il pallino in mano del gioco, per segnare - certo - ma anche per rischiare il meno possibile dietro: se la fase difensiva rossoblù lascia molto a desiderare, il gioco offensivo produce discrete occasioni, con Borriello (leggi qui) che se messo in condizione, può fare malissimo. Obiettivo possessopalla, quindi, per i granata, che dovranno puntare a far giocare il meno possibile gli attaccanti di Rastelli, mettendo pressione e proponendosi in costanza in avanti. I 5 gol dell'andata, se ci si approccia al meglio alla partita, non sono utopia per i granata.
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