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toro
di Paolo Morelli
Si è parlato più volte del "fattore psicologico". Non ne hanno parlato solo i giocatori, i dirigenti, l'allenatore. Ma anche i giornalisti,...
di Paolo Morelli
Si è parlato più volte del "fattore psicologico". Non ne hanno parlato solo i giocatori, i dirigenti, l'allenatore. Ma anche i giornalisti, i tifosi. La prestazione di domenica a San Siro dimostra quanto questo fattore psicologico sia in grado di influenzare una squadra.Il punto rimediato a Milano dà morale, eccome. Ma più che il punto, è stata la prestazione a tirar su gli animi in vista della delicata sfida col Chievo. A mente rilassata è più facile ragionare e imporre il proprio gioco agli avversari, perché è proprio questo che deve fare il Toro: imporre il proprio gioco. L'utilizzo di un modulo tutto sommato simile nelle ultime gare, fa sì che i giocatori riescano a crearsi punti di riferimento in campo. Ciò agevola il funzionamento di quegli automatismi di gioco che raramente abbiamo visto applicarsi quest'anno. Eccezion fatta per la trasferta in casa nerazzurra.Giocare all'Olimpico mette addosso molta pressione, questo è dovuto alla grande presenza di pubblico. Ma è una sensazione normale, vista la classifica. La paura di deludere (ancora) migliaia di tifosi può portare i calciatori a giocare con tensione. In settimana si sarà sicuramente lavorato - e certo, si lavorerà ancora - su questo problema. Ripetere la prestazione di Milano potrebbe non essere così complicato come molti - a ragione - penserebbero. Forse, durante i 95 minuti di domenica prossima, si potrebbe dimenticare la classifica, ricordandosi di essere in casa sostenuti dai propri tifosi per altrettanti minuti.A mente libera si ragiona meglio, si gioca meglio. E si impone il proprio carattere, senza fronzoli. Certo, l'ambiente circostante dovrebbe garantire serenità, e i tifosi - con una pazienza infinita che non può che far loro onore - ci stanno provando. In società pure. E gli altri? Più o meno. Ma basta non ascoltarli, e pensare al Chievo. Solo al Chievo.
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