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Quella di sabato non potrà essere una partita qualunque per Emmanuel Gyasi. L'attaccante dello Spezia, ventisette anni compiuti lunedì, ritroverà infatti quel Toro che lo ha accolto quando era un ragazzino. Prelevato dal Pecetto, il giocatore di origini ghanesi ha trascorso la trafila delle giovanili in maglia granata.
LA FINALE SCUDETTO - Con Moreno Longo alla guida della Primavera, Gyasi fu protagonista della stagione culminata con la finale scudetto persa ai rigori contro il Chievo. Da fuoriquota, il classe '94 completava il tridente d'attacco che vedeva insieme a lui Mattia Aramu e Claudio Morra. In quella stagione riuscì a totalizzare tredici gol tra campionato e Viareggio, ma non riuscì a coronare il sogno scudetto. Anzi, dagli undici metri aprì la serie centrando in pieno la traversa in finale. "Ma ricordo con grande piacere quell'annata - racconta sulle colonne del Corriere di Torino -, vincemmo il girone con numeri da record. Agli ordini di Longo ho capito che cosa fare per diventare professionista".
I PRESTITI E LA CESSIONE - Archiviata la stagione 2013/2014, che lo vide quattro volte in panchina con la prima squadra di Gian Piero Ventura, per Gyasi si aprirono le porte del professionismo. Ad accoglierlo, con la formula del prestito, furono dapprima Pisa e Mantova, quindi la Carrarese. Ma il Toro, dopo due stagioni in Serie C, decise di cederlo a titolo definitivo alla Pistoiese. Quindi l'arrivo dello Spezia, che si assicurò il cartellino ma lasciò il giocatore in prestito a Pistoia e poi al Sudtirol. Nell'estata del 2018 arrivo quindi il ritorno in Liguria, questa volta per rimanerci in pianta stabile e da protagonista. Perché, con dieci gol e sei assist tra campionato e coppa, Gyasi è stato grande protagonista della stagione che ha visto la storica promozione in Serie A del club spezzino.
L'ARRIVO IN SERIE A - Il primo impatto con la massima serie non è stato traumatico per l'attaccante, anzi. Gyasi si è confermato un punto fermo della squadra di Vincenzo Italiano, con un contributo positivo in fase offensiva. Fin qui diciassette presenze in altrettante giornate di campionato per l'ex granata, che ha già messo a referto un gol e quattro assist. Ed ora una sfida che non potrà mai essere come tutte le altre, contro quel Toro che lo ha accolto da ragazzo, gli ha fatto firmare il primo contratto e lo ha accompagnato fino al mondo dei professionisti. "Sono tranquillo, ma sarà speciale affrontare la squadra in cui sono cresciuto - ha raccontato sulle colonne del Corriere di Torino-. Voglia di rivincita? No, sono grato al Toro. Quello che mi hanno trasmesso è stato fondamentale".
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