Dopo le gestioni disastrose degli ultimi due anni - Luis Enrique prima e Zeman/Andreazzoli poi - chi si sarebbe aspettato una Roma a punteggio pieno dopo 10 partite? Miglior difesa del campionato, grazie a Morgan De Sanctis che ha saputo trasmettere sicurezza e solidità all'intero reparto difensivo. E miglior attacco, frutto di scelte di mercato mai così azzeccate. Da parte di Rudi Garcia e della dirigenza, che sembra aver trovato il suo equilibrio. Domenica il Torino affronta la capolista; il confronto appare ad uno primo sguardo impari - vista la condizione mentale e fisica precaria dei granata - ma come tutte le partite, si partirà da 0-0. Sarà un'appuntamento particolare per tanti giocatori, che hanno vestito in passato (con alterne fortune) le maglie di Torino e Roma. Stiamo parlando, sponda giallorossa, di Federico Balzaretti e, sulla sponda granata, di Cesare Bovo, Alessio Cerci e Matteo Brighi.La storia di Balzaretti è oramai tristemente nota. Il difensore della Roma è nato a Torino, città nella quale ha dato i primi calci al pallone. All'età di 6 anni, la svolta. Entra nel settore giovanile del Torino. Dopo la trafila delle giovanili, esordisce in Serie A il 14 settembre 2002 al minuto '53 di un Inter-Torino. La prima stagione di Balzaretti, però, non finisce nei migliore dei modi. Ultimo posto. 21 punti solamente. Retrocessione in Serie B. Ed è l'inizio della fine. Nella stagione 2003/2004, il Torino otterrà un desolanete dodicesimo posto. L'anno dopo, la risalita in Serie A dopo lo spareggio con il Perugia. Ma la gioia dura poco. Non c'è bisogno che vi raccontiamo tutta la storia. La sapete già tutti. E non sembra il caso di ricordarla. Balzaretti - che aveva giurato amore eterno alla causa granata - dopo il fallimento, si trasferirà alla Juventus. A paramentro zero. Per i tifosi granata, un tradimento imperdonabile.Nel Torino, invece, ben tre giocatori possono vantare un passato nella società giallorossa. Il primo e il più illustre caso è quello di Alessio Cerci. Nato a Velletri - una cittadina a un tiro di schioppo dalla capitale - muove i primi passi nel Valmontone, fino a che gli osservatori della Roma non si accorgo di lui. "Questo ragazzino veloce, ribelle e con i capelli ricci ha futuro", dicono. E lo portano alla Roma. Esordisce in Serie A prestissimo, il maggio 2004. Aveva solo 16 anni e un futuro già scritto. Fa la spola tra Primavera e prima squadra (Ventura?) totalizzando due presenze, contro Inter e Cagliari. Nel 2005, firma il suo primo contratto da professionista e la stagione seguente vince la Wojtyla Cup (segnando uno dei tre gol con i quali la Roma battè il Bologna in finale) disputando un'altra partita contro il Chievo. Sarà un partita speciale anche per Cesare Bovo che, purtroppo, non sarà della partita. Bovo, romano di nascita, cresciuto a Trigoria, fece parte della rosa di Capello che nel 2000/2001 vinse il Tricolore. La stagione seguente, non vedrà mai il campo. Così inizia il suo vagabondaggio per l'Italia: Lecce, di nuovo a Roma ma solo di passaggio, poi Parma, Roma di nuovo (questa volta 22 presenze in campionato), poi Palermo e Torino (con i granata giocò sei mesi durante la stagione 2007/2008). Dopo esperienze alterne tra Genova e Palermo, a luglio il ritorno a Torino. L'ultimo giocatore con un passato illustre è Matteo Brighi, che proprio a Roma trovo l'apice della sua carriera (non che giocare nel Torino sia un disonore, anzi!). Il suo impatto con i giallorossi non fu confortante: appena ceduto a titolo definitivo dalla Juventus, lo Roma lo girò al Chievo nell'affare Perrotta. Dopo tre anni formativi a Verona (dove giocò anche la Champions League), torna alla Roma, dove rimane dal 2007 al 2011. Nel suo palmarés, spiccano le due Supercoppe italiane (una con la Roma, l'altra con i bianconeri) e la Coppa Italia stagione 2007/2008, vinta in finale contro l'Inter.Federico LanzaFollow @LanzaFederico (nella foto, Alessio Cerci ai tempi del dubutto con la Roma)
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Toro – Roma, la partita degli ex
Dopo le gestioni disastrose degli ultimi due anni - Luis Enrique prima e Zeman/Andreazzoli poi - chi si sarebbe aspettato una Roma a punteggio pieno dopo 10 partite? Miglior difesa del campionato, grazie a Morgan De Sanctis che ha saputo...
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