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"È un Toro da coppa? La risposta, come al solito, la darà solo e soltanto il campo. Nell'attesa, però, non resta che cercare di capirlo dai segni che questa squadra ha seminato nell'avvio di stagione o dal passato dei giocatori. Anche se il passato, soprattutto in una squadra piena di giocatori in fase di (ri)lancio come quella dei granata, conta sempre relativamente. Ad ogni modo, salta all'occhio un dato molto interessante, riguardo ai cambiamenti apportati alla rosa in estate da Cairo e Petrachi: i nuovi arrivati contano nelle rispettive bacheche personali ben sei coppe in più di chi ha lasciato. Suggestione? Forse sì. Ma anche un segnale che probabilmente qualcosa di come vincere in coppa ora il Toro può impararlo.
"In testa a tutti c'è ovviamente Joe Hart, che grazie alla militanza nel Manchester City degli sceicchi conta nel proprio palmarès due Coppe di Lega (il torneo dedicato alle squadre professioniste) e una FA Cup (a cui partecipano tutte le squadre inglesi di ogni categoria): come già si sapeva, per il portiere inglese la pressione - abitudine nel ruolo - non è un problema, che si tratti di un campionato, con una partita da giocare la settimana prossima, o di un torneo ad eliminazione diretta. Ma Hart non è solo: nel corso della loro carriera hanno vinto anche Ajeti (coppa Svizzera con il Basilea), Gustafson (coppa svedese, peraltro primo titolo dell'Häcken, tirando anche un rigore nella serie decisiva contro il Malmö) e Ljajic (coppa serba con il Partizan Belgrado). Aggiungendo anche i tornei internazionali, si contano anche i prestigiosissimi successi in Copa Libertadores di Castan con il Corinthias e di Boyé con il River Plate. Rispetto allo scorso anno sono invece rimasti Moretti (vincitore di una Coppa UEFA e di una Copa del Rey con il Valencia e e di una Coppa Italia con la Fiorentina), Obi (Champions e Coppa Italia con l'Inter) e Maxi Lopez (un minuto giocato nella vittoria in Champions League del Barcellona nel 2006).
"E tra chi è partito? Bottino decisamente più magro, con la Coppa Italia di Castellazzi (Inter), quella sebra di Maksimovic con la Stella Rossa e quella di Lega francese di Farnerud con lo Strasburgo. Il Toro può dunque contare, oggi, su un'esperienza nelle gare da dentro o fuori decisamente più pesante e potenzialmente decisiva rispetto alla rosa dell'anno scorso. Già a partire dalla partita contro il Pisa, potrebbe rivelarsi una qualità determinante.
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