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di Paolo Morelli
Dopo una disfatta – l’ennesima – bisogna sempre individurare dei punti fermi dai quali ripartire. Bisogna insomma salvare il salvabile, e da lì costruire un nuovo corso...
di Paolo Morelli
Dopo una disfatta – l’ennesima – bisogna sempre individurare dei punti fermi dai quali ripartire. Bisogna insomma salvare il salvabile, e da lì costruire un nuovo corso dimenticando il passato, ma non troppo. Difficile trovare del buono nella débacle di Bologna, ma ci proviamo lo stesso.Cominciamo con Barone. Autore della prima rete e di una prova tutto sommato positiva, forse l’unico con qualche idea nella mediana granata. Il numero otto granata non ha certo impressionato, ma ha comunque mostrato di avere qualche sicurezza (e un po’ di determinazione) in più dei propri compagni. L’altro degno di menzione è Abate, una conferma ormai. Il ragazzo incarna lo spirito Toro: imprendibile sulla fascia, ha fatto impazzire l’ex Lanna. A volte ricorda un po’ Antonino Asta. Peccato che il suo cartellino non sia completamente granata. Nel reparto arretrato, troviamo una discreta prova di Natali che, tra qualche imperfezione, ha confezionato una prova decente all’interno di una retroguardia indecente. E ciò pare già una grandissima cosa. Se non fosse stato per il guardalinee, avrebbe anche scritto il proprio nome nel tabellino dei marcatori.Ci sono poi altri giocatori che hanno latitato a causa di una generale prestazione inguardabile della squadra. Parliamo di Dzemaili, solito battersi come un leone ma che, dopo l’uscita di Barone, non trovava più riferimenti tra i compagni. E la generale ombra di rassegnazione gli impediva di trovare nuova energia. Anche Rubin, dopotutto, viaggia sulla falsariga di Dzemaili. L’ex Cittadella poi sembra aver capito cosa significhi giocare nel Toro. E non è un caso che lui e lo svizzero siano stati, in compagnia di “Jimmy” Fontana, alla cena di solidarietà per il nostro Daniele.Dar fiducia e valorizzare i ragazzi sopra menzionati potrebbe (dovrebbe) spronare i restanti componenti della squadra a dar di più. O meglio, a dar qualcosa. Sono questi i punti fermi dai quali ripartire, per non buttar via sempre tutto. Forse la batosta di Bologna potrebbe anche essere positiva, riportando alla realtà coloro i quali si siano – per ipotesi – dimenticati della classifica.
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